Al servizio del caos
Soggetto e Sceneggiatura: Roberto Recchioni
Disegni: Daniele Bigliardo e Angelo Stano
Copertina: Angelo Stano
Periodicità: mensile
Uscita: 29/01/2015
Un nuovo telefono. Un nuovo smartphone è sul mercato. Si chiama Ghost 9000 e la gente uccide per averlo. Perché?
John Ghost, capo dell'azienda che lo produce e che ha interessi in ogni ambito commerciale, ingaggia Dylan Dog perché indaghi su questo mistero. Ma, forse, il mistero più grande è il nuovo datore di lavoro dell'Old Boy. Chi è? Da dove viene? Come è riuscito a diventare la persona che è?
Sopratutto, dopo l'incontro con lui, Dylan, sarà sempre lo stesso?
Recchioni al soggetto ed alla sceneggiatura ci presenta il nuovo, atteso, cattivo avversario di Dylan Dog. Ma è cattivo? Certo si scopre che frequenta delle amicizie, anche altolocate, ma poco raccomandabili, ma quale uomo di potere non si viene a trovare nella sua situazione? John Ghost sembra essere un comune sanguinario amministratore delegato di un'azienda moderna. Un uomo, sarà il suo caso?, che mette i propri interessi al di sopra dell'umanità tutta e lo fa con qualsiasi arma abbia in mano. Si sfrutta la teoria del caos, si occhieggia alla Apple di Steve Jobs ed al suo modo rivoluzionario di fare comunicazione, si attinge a piene mani e senza remore alla cinematografia di Greorge Romero ed ai messaggi che ha iniziato a lanciarci negli anni '60 del secolo scorso con i suoi zombie, si omaggiano classici con citazioni più o meno nascoste. Il tutto rende la storia gradevole da leggere, intrigante, interessante, ma la domanda rimane; quanto è veramente cattivo John Ghost e quanto non sia, poi, così poco distante da uno stereotipo reale? La risposta, immagino, non può essere immediata. Con questa sua introduzione nella vita dell'Indagatore dell'Incubo lo iniziamo a conoscere, ma, penso, che il suo vero spessore sarà valutabile solo in un prossimo futuro.
Bigliardo si occupa di disegnare la storia portante e lo fa bene. Non ci si aspetta di meno da lui. Pagine ricche e dettagliata. Atmosfere che si alternano tra la cupezza e la sintesi estrema. Si sbizzarrisce su ogni fronte, anche se qualche volta l'eccesso di ombreggiature sembra accentuare eccessivamente la spigolosità dei personaggi.
Stano realizza una copertina semplice, ma d'effetto e le tavole di prologo ed epilogo della vicenda. Tavole che chi è stato a Lucca ha avuto a novembre tra le mani nel libretto di presentazione dedicato a John Ghost, con colpo di scena finale compreso.
Aspettiamo di vedere come prosegue. Andrà bene, andrà male, quello che c'è di certo è che Recchioni ha ridato vita alla creatura di Tiziano Sclavi dopo la discendente parabola Gualdoniana che lo aveva travolto.