A parte il primo episodio scritto da Fabrizio Accatino, un racconto di solitudine e follia in cui Dylan rimane una figura sullo sfondo, gradevole alla lettura ed esaltato dagli straordinari disegni di Gigi Simeoni, qui coadiuvati ottimamente dai colori di Fabio D’Auria, i restanti tre episodi ad opera di Badino/Alessandrini, Medda/Di Gennaro e Gualdoni/Montanari & Grassani sono decisamente modesti.
La palma del peggiore va sicuramente all’episodio “Il Banco Dei Pegni“, che vede il nostro protagonista alle prese con degli strani avvenimenti che hanno luogo nella comunità dei senzatetto di Londra. La sceneggiatura di Sergio Badino è decisamente mediocre, con Dylan che arriva ad uccidere neanche troppo accidentalmente un homeless, lasciandolo poi morto nel vicolo e congedandosi con un semplice “riposa in pace Harvey“. Il resto degli episodi sono una accozzaglia dei peggiori luoghi comuni di DYD, con le battute inutili di Groucho, gli antiemetici di Bloch, il lancio della pistola nel momento topico e così via.
Questo Dylan Dog Color Fest # 7 denota ancora una volta come Dylan Dog sia un personaggio ormai fermo nel tempo, e diventato prigioniero di quelli che una volta erano i suoi punti di forza. Ciò fa capire quanto sia difficile scrivere qualcosa di nuovo sul suo conto senza farlo diventare una macchietta di se stesso.
Abbiamo parlato di:
Dylan Dog Color Fest #7
AAVV
Sergio Bonelli Editore, 2011
130 pagine, brossurato, colori – 4,80€
ISBN: 9771971947007