Dylan Dog Day-Seconda Parte: Intervista con Bruno Brindisi

Creato il 09 giugno 2011 da Alessandro Manzetti @amanzetti


Dopo l'intervista allo sceneggiatore Giancarlo Marzano, ecco la seconda parte del Dylan Dog Day, con l'intervista al disegnatore Bruno Brindisi, che conclude questo Speciale
[Alessandro Manzetti] Due grandi passioni, il fumetto e la musica. Come nascono e cosa hanno in comune?
[Bruno Brindisi] In realtà non hanno nulla in comune, eppure ho un sacco di colleghi che suonano uno strumento (e da anni parliamo di fare una band tutta di fumettari), e ho tantissimi amici musicisti con la passione del disegno! Sono passioni complementari, probabilmente
[Alessandro Manzetti] Il tuo esordio per la Sergio Bonelli Editore avviene nel 1990 con l’albo numero 51 di Dylan Dog, Il Male, con il soggetto e la sceneggiatura di Tiziano Sclavi. La storia parla di un contagio potentissimo e letale, una terribile favola splatter. Come ha preso forma il tuo Dylan Dog? Quali erano i tuoi riferimenti per le prime tavole e cosa è cambiato oggi?
[Bruno Brindisi] Allora i riferimenti erano obbligati per me, le foto di Rupert Everett, la versione che ne avevano dato gli altri colleghi, i dubbi legati allo stile eccetera. Oggi probabilmente il riferimento sono io!

Dylan Dog è un marchio di proprietà di Sergio Bonelli Editore


[AM] Quali sono stati i consigli e suggerimenti di Tiziano Sclavi, quando hai iniziato la tua avventura con Dylan Dog?
[BB] La prima cosa che mi disse fu: Dylan è bello. La metà dei suoi lettori sono donne e sono innamorate di lui. Per questo cerco sempre di renderlo il più piacione possibile!
[AM] Come ti viene presentato e consegnato un soggetto e una sceneggiatura? Quali sono i vincoli, quanta libertà hai di interpretazione?
[BB] I vincoli sono legati alla scansione, cioè se in una tavola ci sono cinque vignette non puoi farne quattro. Le indicazioni di inquadratura qualche volta le "trasgredisco", ma sempre per il bene della storia e l'equilibrio della tavola.

[AM] Quali sono i tre albi Dyland Dog da te disegnati che preferisci? Quali sono gli altri fumetti che leggi, oltre alla produzione bonelliana?
[BB] Il numero del decennale (121), Tre per zero e il numero 250. Più che leggere guardo, mi sono sempre interessati i bei disegni più del testo, non leggo con regolarità nulla tranne Dylan.
[AM] Nel tuo lavoro, quali sono gli strumenti che utilizzi e le tecniche che ti caratterizzano di più? Fai uso della computer grafica?
[BB] Uso pennarelli Pilot da sempre, ultimamente uso il computer per campiture nere e ritocchi.
[AM] Quale è la scuola grafica alla quale ti senti di appartenere, o di esserne stato ispirato?
[BB] Bè, la scuola salernitana! I miei numi rimangono Giraud e Toth.

Dylan Dog è un marchio di proprietà di Sergio Bonelli Editore


[AM] Hai disegnato migliaia di tavole per Dylan Dog. C’è il rischio di annoiarsi, di vivere una attività creativa troppo ripetitiva? Quali sono le caratteristiche principali della tua interpretazione del personaggio e delle storie?
[BB] Dylan Dog è molto vario per atmosfere ed ambientazioni, ci sono una decina di sceneggiatori e quindi a rotazione mi capitano storie di tutti i tipi, non c'è il rischio di annoiarsi. Ovviamente il tipo di storia può influenzare in parte lo stile di disegno.
[Alessandro Manzetti] Tornando alla tua passione per la musica, cosa sceglieresti in questo momento come background ideale per la realizzazione di una nuova storia di Dylan Dog?
[BB] In questo momento e sempre, black music (jazz, soul, funk, blues, r'n'b)

Dylan Dog è un marchio di proprietà di Sergio Bonelli Editore


[AM] Oltre a Dylan Dog, hai disegnato tavole per altri personaggi bonelliani, come Nick Raider, Tex e Brad Barron, la prima miniserie della Bonelli. Per Brad Barron hai realizzato il primo numero, come hai creato questo nuovo personaggio? c’è un modello cui hai fatto riferimento? Brad Barron, sceneggiato da Tito Faraci, si riferisce a generi narrativi eterogenei, come l’horror, la fantascienza,il western e il noir. Questa trasversalità di generi ha rappresentato per te uno stimolo in più o qualche difficoltà?
[BB] Gli studi del personaggio furono fatti dal mio amico Fabio Celoni, per quel che mi riguarda ho realizzato solo il primo numero e quindi la trasversalità è stata relativa. Ho cercato di rifarmi ad atmosfere anni '50 come stile, ma purtroppo non ci sono riuscito del tutto.
grazie a Bruno Brindisi per essere stato ospite del Posto Nero

Dylan Dog è un marchio di proprietà di Sergio Bonelli Editore


Profilo: Bruno Brindisi
La prima parte della sua carriera è simile a quella dei colleghi Roberto De Angelis e Luigi Siniscalchi, con cui forma la cosiddetta Scuola grafica salernitana. La svolta arriva nel 1991, quando viene arruolato da Sergio Bonelli per lo staff di disegnatori di Dylan Dog. Per lo stesso editore disegna anche episodi di Nick Raider e lo speciale di Tex del 2002, su testi di Claudio Nizzi. Grazie al suo lavoro - continuo e di qualità - viene insignito del premio della giuria del Comicon 2003 con la motivazione: «Ad un giovane caposcuola del fumetto che ha dimostrato qualità tecniche ed artistiche di eccezionale livello. Per la capacità di descrivere ed evocare incubi e sogni, paesaggi reali e fantastici, mettendo il proprio stile a servizio dell’avventura e del divertimento».
Dopo essersi concesso una parentesi con il primo episodio di Brad Barron di Tito Faraci, l'artista salernitano prosegue la collaborazione con Dylan di Bonelli, di cui è diventato uno degli autori più rappresentativi, arrivando a realizzare episodi importanti come il n. 200 della serie regolare e quelli del Ventennale della testata pubblicati nel 2006. Nel 2004 ha inoltre esordito sulla serie regolare di Tex in un albo molto particolare, Muddy Creek, sostituendo lo scomparso collega Vincenzo Monti che aveva ultimato solo un terzo della storia. Nel 2009 è oggetto di una lunga intervista appositamente raccolta nel volume Lezioni di Fumetto: Bruno Brindisi. Una linea chiara per raccontare l'orrore (Coniglio Editore) appositamente realizzata da Davide Occhicone nella quale racconta la sua infanzia, gli esordi, i rapporti con i personaggi che lo hanno reso famoso e le sue tecniche di disegno.



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