Naturalmente le borse piangono come salici piangenti e lo spread sale di un pochino: è la paura del dopo Monti si dice in coro. Oddio negli ultimi 390 giorni ci sono stati almeno 20 giorni di cali assi più gravi e lo spread è rimasto altissimo anche dopo le “riforme” del professore, è tornato sotto i 300 per qualche giorno alla fine di marzo per poi risalire oltre i 450 e rimanervi fino all’annuncio della Bce di acquisti potenzialmente illimitati di titoli di stato. Ma così sono fatte le grida di dolore del sistema bancario e finanziario che teme di perdere un suo pupillo e infatti le quotazioni in forte discesa sono proprio quelle bancarie e collegate: giocano sempre sull’impatto immediato, mai sulla ragione.
Del resto è sicuro che gli amici di Monti dentro e oltre le Alpi si daranno da fare per sostenere in qualche modo il loro fiduciario e comunque un assetto politico più gattopardesco che mai destinato a passare completamente ad di sopra e al di sotto dell’elettorato. La paura, si spera, continuerà a vincere sul massacro sociale. Non è certo una tattica nuova, anzi viene usata molto spesso nella speranza che la gente sia convinta che esista un “mercato” quando in realtà tutto viene gestito da poche decine di centri di potere economico e sia persuaso che lo stesso mercato emetta giudizi di Dio. Queste due convinzioni, diffuse in decenni di pensiero unico sono la base delle tattiche usate.
Per esempio circa due mesi prima delle elezioni presidenziali francesi fu “beccato” un documento della Chevreux, società del Credite Agricole, che si occupa di gestire sul mercato europeo 1200 grandi investitori del Nord America, Gran Bretagna e del mondo anglosassone in genere. In questo documento si faceva sapere che se per caso Hollande fosse stato eletto e non avesse fatto marcia indietro su tutto il suo programma “in una maniera o nell’altra i mercati finanziari forzeranno la Francia a procedere nelle riforme”. E queste riforme auspicate si possono condensare in un brano del documento: «Il mantenimento della zona euro condurrà automaticamente a breve termine alla liberalizzazione del mercato del lavoro e alla maturazione delle riforme sociali ed economiche rimaste ferme da più di 5 anni ». Le riforme si riferivano all’aumento dell’orario di lavoro a parità di salario e alla messa in dissarmo del welfare.
Inutile far notare che la Chevreux, la più grande organizzazione finanziaria europea del settore, è essa stessa buona parte del mercato. E che certo può minacciare, fare azioni di disturbo, rendere la vita difficile, ma di sicuro non pensa ad auto affondarsi giocando al ribasso, per dare una lezione alla peraltro timida socialdemocrazia hollandiana. Questi sono i limiti iscritti nella prima legge della robotica liberista In realtà il documento era stato fatto filtrare per proprio per mettere timore agli incerti nel periodo precedente le elezioni. E da questo punto di vista ne vedremo delle belle anche noi: fino a che i partiti, tutti insieme appassionatamente dal redivivo caimano a Vendola non avranno baciato le sacre carte e fatto giurin giuretto sull’agenda Monti, che è poi l’agenda finanziaria in edizione limitata e localizzata in italiano.
Il tentativo è chiaro: impaurire l’elettorato per esautorarlo ancor più di quanto non riescano a fare i partiti in proprio e dare loro un alibi per farlo senza problemi di coscienza. La campagna è già partita con la “spontanea”intervista a Monti di superbone De Bortoli detto man in blank e con l’aereo intervento dell’ineffabile Veltroni, uno che ci ha scassato le balle per decenni con l’America e la cultura americana non sapendo nemmeno una parola di inglese. No, tanto per far capire la credibilità e la competenza di certi personaggi.
Ma le lingue invece bisogna conoscerle, specialmente le lingue che si parlano là dove si puote per non fare la fine dei polli di Renzo e magari di Renzi.