Le Toiles dice ero molto dubbiosa, dico anch’io. Sono ancora molto dubbiosa, dico anch’io. Poi dice una cosa sulle contestazioni ben argomentate di quelli, diciamo, solidali con la causa femminile. Che è un’espressione che in un secondo mi proietta nel sessantanove, a un collettivo con le sedie in cerchio e gli specchi per guardarsi la vagina. E che io son contenta che ci siano stati i collettivi con le sedie in cerchio e gli specchi per guardarsi la vagina. Solo, rivendico il diritto a rispettare un percorso, prendermi cura dei risultati, e lasciare indietro quel che ha fatto il suo tempo.
A me interessa che si discuta del fatto che c’è un problema massiccio di disoccupazione in generale e disoccupazione femminile in particolare, che è un casino farsi strada, che l’utero è mio, ma la seconda parte dello slogan è, peraltro non senza una certa coerenza col contesto, andato a puttane. Che se ci sono ancora cariolate di preconcetti è perché c’è evidentemente un problema di educazione a monte di cui dovremmo farci carico tutti. Che se c’è un problema di educazione a monte poi stupisciti che in Parlamento son quattro gatte e cento gatti e c’è bisogno di chiedere le quote rose, e di sentirsi dire di no. E di sentirsi poi dire dai solidali-pensanti che in effetti, abbiamo sbagliato noi, perché abbassarsi a chiedere le quote rosa è metterci da sole su un piano di inferiorità e fare il gioco del potere maschilista e dunque essere maschiliste a nostra volta [Maschiliste!]. Allora visto che siamo maschiliste mi prendo il diritto di depredare Servi della gleba e dire che veramente, a sto punto metteteci una scopa in culo così vi ramazziamo la stanza.
Comunque è di tutto questo e a partire da questo che vorrei parlare per affrontare la questione della donna in Italia in particolare, e quella italiana in generale, non a partire dalle fighe sui manifesti e in televisione. Quelle per me possono stare là fino al giorno del Giudizio Universale. E credo che forse, sia questo o in buona parte questo che non mi conviceva e non mi convince tuttora in questo novello movimento, che lo rende attaccabile e retorico, con qualche picco di moralismo fuori luogo.
A Venezia comunque c’era un sacco di gente, proprio persone di tutti i tipi, e sia chiaro che ne sono contenta. Nonostante il coro di ispirazione parrocchiale, gli Abba, Nilla Pizzi, e la polizia in tenuta antisommossa che dalle retrovie, lo so, piangeva le lacrime di chi si sente inutile e senza un ruolo nel mondo. Anche nonostante la poesia sulle ovaie che si incontrano [Il comitato LeToiles-Inbassoadestra auspica l'avvento di un Femminismo 2.0, il Femminismo hardcore che invece di lanciarti il reggiseno ti lancia gli organi interni].
E lo ripeto che magari con l’ultima gragnuola di stronzate si è perso il concetto. C’era tanta gente, sono contenta.