Dopo un mese e mezzo di prove, dopo lunga attesa, tra curiosità e aspettative è arrivato il giorno del debutto di Nathan il saggio, la nuova produzione del Piccolo Teatro. Sono tante le ragioni di interesse intorno a questo spettacolo. Innanzitutto, dato che il teatro è fatto in primo luogo dalle persone, parliamo degli artisti. A partire dal regista, Carmelo Rifici: allievo di Ronconi, ormai sta definitivamente lasciando il "nido" del maestro per seguire la propria strada artistica. Sicuramente il dna "ronconiano" gli è entrato nel sangue, ma se questo si traduce in eleganza e invenzioni sceniche allora il risultato è maturo. Con Dettagli si è imposto con autonomia rispetto al suo maestro. In Avevo un bel pallone rosso la sua regia è stata delicata e forte insieme, dimostrando di saper trovare il giusto equilibrio, la proverbiale misura della virtù, tra emozione e razionalità. In Nathan vedremo una scenografia di suggestione lepagiana, con forme geometriche che si intersecano e movimenti di scenografia ben modulati. Sugli attori non c'è molto da aggiungere, il loro nome parla da solo: Massimo De Francovich e Fausto Russo Alesi fanno parte dell'eccellenza che il nostro teatro può vantare. La trama di Nathan è ormai nota, per effetto della sovraesposizione del testo in questa fase pre-primaverile milanese. Tre allestimenti in poche settimane hanno fatto parlare a sufficienza dell'opera. Questa produzione del Piccolo, però, è l'unica vera messinscena del testo: senza riletture, senza adattamenti, senza facilitazioni, (...e senza paura!!!) Rifici mette in scena integralmente gli immensi cinque atti del poema che Lessing scrisse nel 1779, dieci anni prima della Rivoluzione Francese. Non è un'impresa per temerari (nemmeno per il pubblico che vi assisterà): Lessing, fine pensatore illuminista, certo, ma soprattutto grande letterato nonché uomo di teatro, sa tenere alta la curiosità del pubblico con una trama che si arricchisce di equivoci, sentimenti contrastanti e contrastati, agnizioni, colpi di scena. Da buon pedagogo, utilizza il divertimento teatrale per esporre con una leggerezza a metà tra favola e parabola una teoria etico-morale più che filosofica: l'uguaglianza tra le religioni. L'attualità dell'argomento è fin troppo evidente: infatti Rifici, per non cadere in facili e scontati riferimenti alla contemporaneità, mantiene l'atmosfera fiabesca e medievale del testo originale, senza sfarzo ridondante nella scenografia e nei costumi, ma portandoci in un altro mondo, popolato da dervisci, templari e sultani. Sarà dovere dello spettatore compiere lo sforzo intellettuale di riportare questa parabola ai giorni nostri. E, del resto, il teatro serve a smuovere le menti, a svegliare le coscienze, ad acuire l'intelletto.Piccolo Teatro Grassi dal 15 marzo al 21 aprile
Intervista a Carmelo Rifici
NATHAN IL SAGGIO
di G.E.Lessing
regia Carmelo Rifici
con Massimo De Francovich, Fausto Russo Alesi, Max Speziani, Marco Balbi, Vincenzo Giordano, Francesca Ciocchetti, Bruna Rossi, Stella Piccioni
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