E’ ancora emergenza rifiuti sulla spiaggia de Le Cesine

Creato il 05 agosto 2010 da Cultura Salentina

Le Cesine (Lecce), Gigli di Sant'Antonio (ph. A. Bascià)

I gigli di S. Antonio quest’anno sono in anticipo, di solito salutano la fine dell’estate. Ci sono poche spiagge nel Salento che possano definirsi ancora selvagge, (stavo per dire incontaminate), ma in realtà non è proprio così. La Riserva Naturale Statale de Le Cesine si trova fra S. Cataldo e San Foca, 620 ettari di natura continuamente aggrediti dall’uomo. Numerosi sono stati gli incendi che con cadenza praticamente annuale la colpiscono intaccandone il già fragile ecosistema. Inoltre la gestione un po’ troppo rigida da parte del WWF limita non poco la fruizione del parco ai tanti appassionati che sono costretti a prenotare una visita organizzata per poter fruire dei vari percorsi, diversamente da quanto avviene a Torre Guaceto dove l’ingresso è libero. Alcuni mesi or sono, inoltre, anche l’ultimo sentiero, che traversando il parco lo congiungeva al mare, è stato chiuso dall’autorità giudiziaria per motivi non meglio conosciuti.

Una bombola abbandonata sulla spiaggia

La riserva è delimitata a est dal mare Adriatico, la spiaggia quindi è, per diversi chilometri, completamente inaccessibile ai vacanzieri che, nel periodo estivo, ombrellone alla mano si limitano a invaderne solo alcune centinaia di metri. Il resto della spiaggia sarebbe quindi fruibile per i pochi appassionati escursionisti che potrebbero così fruire di una situazione più unica che rara; non esistono, infatti, altre spiagge selvagge nel Salento, con un’estensione tanto ampia.

Tutto a posto quindi? No, per niente! C’è un problema, ed è serissimo: la spiaggia è invasa costantemente da quintali di rifiuti di tutti i generi, e non sono rifiuti portati direttamente da turisti, provengono dal mare.

Rifiuti a Le Cesine

Si tratta per la maggior parte di bottiglie di plastica gettate dalle barche dei diportisti, i quali evidentemente pensano che il mare abbia bisogno di questo insano materiale. Non mancano tuttavia oggetti di altro genere, dai cotton-fioc ai conenitori per detersivi, dalle buste alle scatole di cioccolatini, non ci si fa mancare nulla a bordo delle barche evidentemente, peccato che poi si buttino i rifiuti con tale nonchalance. Anche le navi contribuiscono spesso alla formazione di questo tugurio; è così che arrivano frigoriferi e bombole del gas. Ma il mare si vendica presto e alla prima mareggiata ributta tutto a terra.

L’ultima pulizia è stata effettuata pochi mesi fa, dopo anni di incuria e proteste da parte dei cittadini, ma è bastato poco per riportarla allo stato di prima. E’ evidente che occorre prevedere un piano di intervento periodico, ma di sicuro questo ha un costo salato e graverebbe sulla collettività che in questo modo dovrebbe accollarsi l’onere di ripulire ciò che pochi maleducati potrebbero evitare con un po’ di sana, civile, attenzione.


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