Dopo aver fatto luce nella confusione di parole con cui designiamo gli stranieri che arrivano nel nostro paese, Sara, limpida nel volto e nelle parole, presenta ai ragazzi la giovane rifugiata che è venuta a raccontare la storia del suo esilio.
Sorride appena Beatrice, esule dalla Repubblica Democratica del Congo. Ha chiesto e ottenuto l'asilo politico e ora è una rifugiata in Italia. I begli occhi luminosi e miti sono rivolti ai giovani. La voce, calma e ferma, racconta le vicende sofferte in un bell'italiano, gradevolmente modulato dall'intonazione del francese. Le parole sono in armonia con i gesti pacati di chi si è educato alla compostezza interiore, che si traduce in una forza dolce come l'acconciatura dei capelli trattenuti da mille treccine pazienti. Quando Beatrice termina il racconto della persecuzione, della fuga, dell'arrivo al CentroAstalli, e delle difficili condizioni della sua attuale vita in Italia, uno studente le chiede se tutti i suoi connazionali sono perseguitati come lei. - No, chi non esprime dissenso verso il regime, vive (ma sarebbe meglio dire sopravvive) tranquillamente, sebbene in miseria - . - Mostruosamente in miseria -, penso, considerato il fatto che la Repubblica Democratica del Congo è un paese ricchissimo di materie preziose. Infatti, oltre ai diamanti e all'oro il Congo possiede riserve di coltan, un minerale ricercatissimo dalle industrie mondiali di prodotti elettronici. Perciò, a chi si è chiesto o si chieda perché il regime totalitario della Repubblica Democratica (l'ossimoro dà i brividi) del Congo possa mantenersi stabile nonostante la povertà della moltitudine appare chiaro che, ancora una volta, la sofferenza dei popoli è causata dagli interessi di pochi, un'oligarchia plutocratica dal volto sfuggente, quasi un' ombra diabolica come quel Kurtz, cereo predatore dell'avorio, protagonista inquietante di “Cuore di tenebra” di J. Conrad. In verità, ignoravo l'esistenza del coltan prima dell'incontro con Beatrice. Non so se siano pochi o molti quelli che, come me fino a qualche giorno fa, non sanno che gli strumenti elettronici con i quali conviviamo, computer e cellulari, contengono quest'elemento pregiato che si trova in abbondanza in un paese il cui popolo vive in povertà. E inoltre, mi chiedo quanti, tra coloro che sono al corrente dell'importanza del coltan nell'economia attuale, si diano pena per la sorte di chi, come Beatrice, è perseguitato da un governo repressivo senz'altro sostenuto dai poteri occulti delle multinazionali dell'elettronica.. Perciò, in ascolto davanti a Beatrice, non mi sono commossa, ma ho sentito che percorriamo lo stesso difficile cammino su questo pianeta interconnesso. Ho pensato che i popoli europei più deboli sono oppressi dagli stessi poteri occulti e che, ormai, anche in Italia, chi si fa portavoce di un pensiero divergente rispetto alla cultura dominante vive in una sorta di esilio.Fortunatamente non viviamo, almeno per ora, la persecuzione politica né siamo costretti a fuggire. Tuttavia, coloro che sono soliti testimoniare concretamente il dissenso, forse, sperimentano l'isolamento, e, se non sono dotati di forza d'animo e di fiducia, rischiano di essere sopraffatti da un mobbing strisciante. E mentre si agitano movimenti di “arrabbiati” pericolosamente strumentalizzati dai violenti e dai fautori dei poteri forti, più lacerante diventa la divisione tra i cittadini e le Istituzioni, più confusa e fuorviante l'informazione dei media. Ma, in questo rumore, più di tutto è temibile la perdita della memoria della concatenazione delle vicende, recenti e remote, che hanno determinato e determinano l'attuale sofferenza dei popoli - ahimè! - su tutto il pianeta.Magazine Cultura
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