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E’ arrivato il vero Banana. Psicoanalista spiega ai republicones il totalitarismo grillino

Creato il 07 aprile 2013 da Bernardrieux @pierrebarilli1
E’ arrivato il vero Banana.  Psicoanalista spiega ai republicones il totalitarismo grillino
Gran pezzo ieri su Repubblica, con qualche caccola perdonabile. Lo ha scritto uno psicoanalista lacaniano, Massimo Recalcati, uno di quegli specialisti che frequentano i festival della mente eppure non perdono del tutto la testa. Il dottore ha spiegato come stanno le cose a Michele Serra e ai republicones vari che pucciano il biscotto nel fenomeno Grillo da parecchio tempo. La diagnosi è infausta. Grillo è un adolescente incapace di accettare il mondo degli adulti e la mediazione del linguaggio. La sua rivolta è totale, è una secessione. L’esito politico e istituzionale è totalitario. Vuole il cento per cento, come i più primitivi tra i giovanissimi, che non accettano il compromesso per alcuna ragione. Hanno la fissazione della purezza. Il loro fondamentalismo di purezza paranoide si nutre. Sono come la figlia balbuziente e riottosa di Pastorale americana, il romanzo di Philip Roth, tendono all’unità della setta e al suo isolamento, non vogliono assumersi la minima responsabilità, parlano in un ideale streaming ai padri in affanno dicendogli che sono loro ad averli gettati nel mondo, ci pensino loro a tirare tutti fuori dai pasticci, e mandano al diavolo le conseguenze delle loro azioni. Sono anche narcisisti imbizzarriti, non vogliono lasciare alcuna eredità, e in fin dei conti sono dittatori dello stato libero di Bananas, infanti della psiche, e per rovesciare una tirannide presunta ne costruiscono una certa. Due obiezioni. Primo. Ci voleva tanta arte e psicologia del profondo per capire quel che era chiaro da principio, e cioè che uno il quale proclama il “vaffanculo” come una bandiera e un programma, e afferma che il nucleo del progetto è l’eliminazione di tutti i partiti, mentre risponde con una logica di estinzione a qualunque opinione in dissenso maturi nel suo giro di rete, è un leader totalitario, un fondamentalista, un pazzo da legare? Il contatto con il giornalismo e il circuito dell’informazione sporcifica un pochettino e certamente omologa senza pietà i malcapitati, ma il rifiuto di ogni contatto, la mascherata e la fuga, la distanza programmata non sono forse il massimo della psicologia narcisista? Non lo sapevamo da prima che l’intenzione di aprire come una scatola di tonno le Camere equivale a una virtuale e mediatica, ma robusta, finzione o narrazione del tipo della marcia su Roma e del bivacco dei manipoli? Recalcati dice (caccolina): anche Berlusconi è una leadership totalitaria, ma è fondata sulla trasgressione della Legge, che ha il suo fascino. Ma se la Legge è scritta in caratteri maiuscoli, da palasharp, se è brandita come un manganello di purezza shariota contro gli avversari, trasgredirla in un certo senso è un piacere, ma non un sordido narcisismo totalitario, casomai un edonismo liberale. © - FOGLIO QUOTIDIANO Giuliano Ferrara
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