Magazine Diario personale

E avrai negli occhi la stessa luce. O tenebra.

Da V

Se dovessi descrivermi negli anni del liceo direi: non abbastanza.

I primi due anni nascondevo il mio corpo in maglie gigantesche di gruppi che solo io conoscevo,gonne da gitana e mani guantate. I miei occhi affondavano in strati di matita nera. Ero l'alternativa della classe,ma non la sola della scuola. E cercavo di inserirmi in quel gruppo di persone che ai miei occhi sembravano così speciali,così simili a me. Ma io non ero abbastanza. Non ero abbastanza grande,perchè ero in prima,non ero abbastanza alternativa perchè non indossavo le cose giuste,ma quelle che piacevano a me. E poi c'eri tu,caro F.inchains. E ti credevo davvero diverso,così immerso nella sofferza. Ti leggevo e pensavamo le stesse cose. Ti volevo,volevo curare le tue ferite,abbracciarti. Ma io non ero abbastanza. E così mi hai usata per curare il tuo ego ferito,distruggendo il mio. Ho impiegato troppo a tempo a capire che eri esattamente come tutti gli altri,forse peggio. E ora,le rare volte in cui ti incontro,non vedo più i tuoi bei capelli lunghi,distrutti dalla calvizie incipiente,ma i tuoi occhi,che finalmente mi vedono davvero e scivolano sul mio corpo chidendosi,forse, se sono davvero io quella ragazzina che un giorno,raccimolando tutto il suo coraggio,ti scrisse quella sciocca lettera d'amore. Alla quale non ebbi nemmeno il buon gusto di rispondere.

Passarono i mesi e gli anni. Uscii dai miei corpetti in pizzo nero,fasciando il mio corpo in nuovi abiti. Strinsi amicizie più o meno valide con i compagni di calsse. Ma non ero abbastanza in ogni caso. Perchè non ero abbastanza simpatica,abbastanza bella,abbastanza puttana,abbastanza alternativa,abbastanza fighetta. Ero molto brava a scuola,ma non abbastanza da essere la prima della classe.

Ho sempre camminato su una strada solitaria,che scorre abbastanza vicino alle strade più trafficate,ma non abbastanza da poterle incrociare. Tremendamente vicina all'appartenere a qualcosa,ma non abbastanza vicina.

Citando Baricco: "Disse che bisognava stare attenti quando si è giovani perché la luce in cui si abita da giovani sarà la luce in cui si vivrà per sempre.[...] Disse che molti ad esempio sono malinconici,da givani,e allora succede che lo rimangono per sempre. O sono cresciuti nella penombra e la penombra li insegue poi per tutta la vita."

Ciò che mi è rimasto,credo,immutato in me è il non essere classificabile,rinchiudibile nelle strette pareti che impone una categoria. Posso essere quasi come,simile a,ma i contorni rimangono labili e indefiniti. E ora questo non mi spaventa più,anzi, mi piace. Anche se porta ad una inevitabile solitudine.

E voi? Cosa vi è rimasto da tutta una vita? In che luce o penobra o buio vivete da sempre?

V.


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Da Paola Dellarossa
Inviato il 27 ottobre a 20:30

non penso ci siano luoghi deputati a contenerci sempre e a definirci in assoluto...i giovani sono in formazione e non andrebbero messe etichette che li definiscano quasi come a voler frenare e indirizzare il loro futuro. La propria essenza è una continua conquista...credo nulla sia per sempre. Importante trattenere quello che amiamo e ci fa stare bene piu' a lungo possibile.