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è bell ma n’ abball’: la città distratta e distrutta.

Creato il 21 ottobre 2012 da Filelleni

E‘ bell ma n’abball” = è bella ma non balla

Ieri mentre si passeggiava nel centro storico di Napoli, tra il Museo Archeologico Nazionale e piazza Bellini, si veniva travolti da pittori, fotografi, scultori, ballerini capaci di gettare chiunque nel vortice del colore, della musica, delle forme, della danza. Si stava svolgendo l’iniziativa appArtissima: tanti artisti che esponevano, suonavano, recitavano liberamente nelle strade, nei palazzi, nei negozi, nei locali pubblici e sui balconi della città. Due giorni di festa tra mostre, installazioni, concerti e tanti altri eventi dinamici e colorati.

è bell ma n’ abball’: la città distratta e distrutta.

Scendendo dal Museo Nazionale, anch’io sono stato travolto da un’ondata di giovani danzanti: li ho seguiti affascinato lungo via Costantinopoli, mentre circondavano il palazzo dell’Accademia di belle arti e la galleria Principe Amedeo.

Siamo sempre nell’ambito di iniziative che si tengono con molta naturalezza in tutto il mondo e che segnano la voglia di riappropriarsi degli spazi e di rendere l’esperienza artistica un fatto quotidiano.

Una cosa mi ha sconvolto, letteralmente infastidito: l’80% dei pedoni, automobilisti, motociclisti non risparmiava epiteti poco lusinghieri ai danzatori o agli artisti in generale. Molti in modo colorito si interrogavano sulla necessità dell’operazione, altri esponevano in modo plateale i disagi arrecati alla circolazione dai movimenti sinuosi, altri ancora sbeffeggiavano qualsiasi cosa fosse al di fuori della visione del mondo personale e infine molti  rimanevano anestetizzati ad ogni stimolo.

Mi è sembrato proprio un brutto segnale, un’incapacità ad accogliere qualsiasi cosa sia diverso da una quotidianità “brutta” a cui ci si è assuefatti.

è bell ma n’ abball’: la città distratta e distrutta.

Spesso capita così che si trovi conforto al degrado moderno attraverso il recupero di un passato nostalgico e idealizzato. Mai visti tanti giovani neoborbonici, che appena escono da Napoli rimpiangono caffè, pizza e il sole, e contestualmente non osano indignarsi del fatto che nella periferia della città si può essere uccisi per sbaglio, per un errore, come capitato a Mariglianella pochi giorni fa.

Stanotte, proprio dove ieri i giovani ballavano, si è compiuto l’ennesimo furto ai danni del patrimonio di opere custodito dall’Accademia di Belle arti di Napoli.

“A poco più di una settimana di distanza dall’asporto di reperti archeologici di valore custoditi nello storico edificio di via Santa Maria di Costantinopoli, i ladri hanno utilizzato ancora una volta i ponteggi che da oltre un anno ingabbiano la facciata per introdursi, forzando una finestra, al primo piano ed entrare nell’ufficio economato, dal quale hanno portato via monitor e pc. I locali non sono video sorvegliati”.

Non ho potuto non riconoscere un nesso tra i due fatti avvenuti nello stesso luogo.

L’accademia custodisce calchi, reperti e opere di straordinario valore ed è un istituto di cultura trascurato e dimenticato oramai da troppo tempo. La direttrice Giovanna Cassese è stremata e per questo capace di denunce dirette ed esplicite.

è bell ma n’ abball’: la città distratta e distrutta.

Da il Mattino

Nella totale indifferenza del Provveditorato alle Opere pubbliche – si legge – e della Soprintendenza ai Beni architettonici, enti preposti alla salvaguardia dei beni culturali e demaniali,  l’Accademia di belle arti questa notte, a soli 4 giorni di distanza, dall’increscioso episodio di furto,  è stata nuovamente bersaglio di intrusione  da parte di ignoti, introdottisi tramite le impalcature che circondano l’edificio.  Grazie alla tempestività dell’intervento delle forze dell’ordine sono stati sottratti solo due monitor all’interno degli uffici dell’Economato”.

La città di Napoli è forse chiusa da troppi recinti: quelli istituzionali e fisici che soffocano l’Accademia divenendo l’ingresso per rubare le cose preziose al suo interno, e i recinti della società autoreferenziale che vive a compartimenti stagni:  nessuno si tocca, nessuno si sfiora, ognuno diffida del prossimo, rassicurato dalla “normalità”.è bell ma n’ abball’: la città distratta e distrutta.

Forse è giunto il momento di capire che non c’è nessuna differenza tra chi ha rubato nell’Accademia – nella completa indifferenza delle istituzioni – e chi non ha aperto il cuore guardando i giovani che danzavano, dipingevano e coloravano la città.

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