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Sembra tanto uno stereotipo, una degradazione della creatura femminile.
Eppure così si dimenticano le vere origini di questo filare.
Da millenni l'atto del filare è legato indissolubilmente alle donne sin dalla mitologia.
Avete mai sentito parlare delle Moire?
Erano tre e si occupavano della vita di ognuno. C'è Cloto ("la filatrice") la sorella minore che appunto filava, Lachesi ("destino") che lo teneva sul fuso e Atropo ("ineluttabile"), la sorella maggiore che taglia il filo.
Il trionfo della Morte o I Tre Fati, (arazzo fiammingo), 1510-1520
I destini o Atropo di Francisco de Goya
Le Parche di Alfred Agache, 1885 ca.
Le tre Parche di Sodoma (nome d'arte di Giovanni Antonio Bazzi), 1525 ca.
I Tre Fati attribuito a Jacob Matham, 1587
La Notte a luce die' l'odïoso Destino, la Parca
negra, la Morte, il Sonno, fu madre alla stirpe dei Sogni
(né con alcuno giacque per dar loro vita, l'Ombrosa).
Poi Momo partorí, la sempre dogliosa Miseria,
l'Espèridi, che cura, di là dall'immenso Oceàno,
hanno degli aurei pomi, degli alberi gravi di frutti,
e le dogliose Moire, che infliggono crudi tormenti,
àtropo, Clòto e Làchesi, che a tutte le genti mortali
il bene, appena a luce venute, compartono e il male,
e dei trascorsi le pene agli uomini infliggono e ai Numi.
Né dallo sdegno tremendo desistono mai queste Dive,
prima che infliggano a ognuno la pena com'esso ha fallito.
(da Teogonia di Esiodo)
Erano le tre personificazioni del Destino e il loro potere superava persino quello di Zeus che era tenuto molte volte a obbedire loro. Operando sulla vita e sulla morte, erano profondamente distaccate di tutto ciò che riguardava loro. Non vanno confuse con le Graie, tre donne anziane che condividono lo stesso occhio e questo è un errore commesso dalla Disney nel film Hercules. Di solito hanno l'aspetto di vecchie signore, ma come potete vedere i pittori si sono sbizzarriti nel raffigurarle. Comunque le si può sempre vedere intente con un filo.
...Altre tre donne sedevano in cerchio a uguale distanza, ciascuna sul proprio trono: erano le Moire figlie di Ananke, Lachesi, Cloto e Atropo, vestite di bianco e col capo cinto di bende; sull'armonia delle Sirene Lachesi cantava il passato, Cloto il presente, Atropo il futuro.
(da Repubblica di Platone)
Tre vecchie erano anche quelle interpellate dallo scespiriano Macbeth
Macbeth consulta la Visione della Testa Armata di Johann Heinrich Fussli
Le tre Streghe di Johann Heinrich Fussli, 1783
Piccola nota: Vedete a sinistra, un po' vagamente, la falena? E' la tipica Testa di morto il cui nome scientifico è proprio Acherontia (dal fiume Acheronte, il fiume dei morti) atropos (da Atropo).
I Romani le chiamavano Parche (all'inizio ce n'e era una sola) ed esiste anche il corrispettivo norreno: le Norne.
Le Norne di Johan Ludvig Lund, 1844 (?)le ali della seconda figura non fanno parte della tradizione delle Norne
La sparizione delle Norne (tratto da Il crepuscolo degli Dei di Richard Wagner) di Arthur Rackham, 1911
Le Norne di Johannes Gehrts, 1889
Le Moire erano appunto personificazioni del Fato ed è proprio da questa parola che derivano le fate.
Abbandonate la versione mielosa disneyana e anche quella delle Winx perché le fate in antichità erano connesse con il destino degli uomini.
Non è un caso se ne La Bella Addormentata, la versione originale, la vecchia fata, e non strega, esclusa dall'invito proferì che Rosaspina sarebbe morta a 15 anni punta da un fuso.
di Gustave Doré, 1897
di Alexander Zick
di Walter Crane
Ed è proprio una donna anziana, che non aveva sentito all'ordine di distruggere gli arcolai poiché sorda, a porgerle il fatale strumento.
Una donna che fila fa pensare anche a una certa Penelope.Lei, la moglie del re di Itaca Ulisse che, durante l'odissea di suo marito, per tenere a bada i Proci, filava e poi distruggeva ciò che aveva filato.
Penelope e i corteggiatori di John William Waterhouse, 1912
Penelope svela la sua tela alla luce della candela di Joseph Wright of Derby, 1785
Penelope di Leandro Bassano
Penelope al telaio, dipinto del XV secolo
Spesso la si vede come una donna passiva, ma era la degna moglie di Ulisse, famoso per la sua astuzia.
Un'altra donna che filava è appunto la Berta del titolo.Tutti voi avrete riconosciuto il verso della canzone di Rino Gaetano
Ma forse non sapete, e tra di voi anche io fino a poco fa, che la suddetta Berta è la madre di Carlo Magno, Bertrada di Laon, protettrice, guarda caso, delle filatrici.
La regina Berta e i filatori di Albert Anker, 1888
È passato il tempo che Berta filava, detto popolare (con varianti regionali) per indicare le differenze tra i tempi andati ed il presente
Insomma, il tempo che si usava nello filare è un tempo sacro e va rispettato in quanto tale.
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