Magazine Cultura

E-book sì o no: dilemma vero o presunto?

Da Ilgrandemarziano
E-book sì o no: dilemma vero o presunto?Se sei tra quelli che, quando qualcuno solleva l'argomento e-book, accartocciano la bocca in una smorfia, scrollano le spalle e se ne escono fuori col solito discorso che non potranno mai fare a meno del profumo della carta, l'aroma della colla, dello scrocchiare della rilegatura, di leccarsi il polpastrello e della possibilità di fare le orecchie alle pagine come atto supremo di libertà, ebbene sappi che diffido di te. Eppure ti capisco e, anzi, ci sono volte in cui mi ritrovo a pensarla proprio come te, e quindi finisco innanzitutto per diffidare di me stesso. Perché se subito dopo ci ragiono con un po' di distacco, mi rendo conto che tutte quelle percezioni sono legate solo a nostalgie sensoriali, a radicate abitudini scambiate per affezioni, a qualcosa che non aggiunge davvero qualcosa al piacere della lettura. Quindi non può essere tutto qui. Che cosa c'è allora?
E-book sì o no: dilemma vero o presunto?Nel corso del tempo ho maturato la convinzione che parte della diffidenza soprattutto da parte dei lettori appassionati verso l'e-book, sia legata al fatto che questo oggetto trasmette inquietudine, laddove il libro tradizionale riesce invece a comunicare un confortevole senso di sicurezza. La spiegazione è semplice e corre su due binari paralleli. Innanzitutto il libro, con il suo peso, il suo spessore e - dunque - le sue pagine, tutte presenti in ogni momento, dalla prima all'ultima, rappresenta fisicamente l'esistenza completa di una storia che ci verrà raccontata, come una garanzia che la storia, proprio come una vita intera, è già tutta lì, certa e determinata, e sia per scelta consapevole, sia per errore imperdonabile, il lettore potrà in ogni momento capitare sull'ultima parola e vedere come va a finire, leggere il nome dell'assassino, scoprire se il protagonista ci lascerà la pelle. Questo non accade con l'e-book in cui, pur sapendo (sperando?) che l'intero file è memorizzato dentro un chip sotto forma di esotiche diavolerie atomiche, il lettore potrà sperimentare solo l'esistenza di una pagina per volta. Quello è il suo presente. E dunque con l'e-book il futuro è in ogni momento incerto, legato alla correttezza di quei miliardi di atomi che contribuiscono a creare il file, alla durata della carica della batteria del lettore, alla speranza che d'improvviso qualcosa lì dentro non si scassi. Da questo punto di vista l'e-book possiede attributi di incertezza del tutto assimilabili a quelli della vita reale, e dunque sgradevoli, rispetto al libro che dà invece qualcosa di più e di importante rispetto alla vita stessa, sgravando, almeno per la storia che vuole raccontare, di quelle inquietudini del reale che già affliggono con una pena non trascurabile.
Secondariamente ci sono senza dubbio altri fattori chiave più o meno elettivi nell'inerziale preferenza verso il libro, come la delicata questione della conservazione della cultura letteraria nel corso delle generazioni a venire, o come l'acquisto, ovvero il possesso, di un oggetto fisico, palpabile, collezionabile, o come l'indifferenza nel suo utilizzo. Provate per esempio a pensare che sia estate e vogliate andare alla spiaggia a leggere. A un certo punto, il sole che vi martella sul collo vi fa venire voglia di andare a fare un bagno. Con che leggerezza lascerete l'e-book (e quindi relativo lettore per un valore compreso tra i 150 e i 250 euro) incustodito sull'asciugamano o nella borsa? Se invece avrete un libro tradizionale, lo abbandonerete senza problemi, nella convinzione che se ve lo fregheranno, ve lo potrete sempre ricomprare senza troppi batticuori.
E-book sì o no: dilemma vero o presunto?Risulta evidente che i suddetti discorsi, in particolare la prima parte, hanno valore solo quando si parla di narrativa e di poesia. Come la possibilità concessa dall'e-book di portarsi dietro molti libri di narrativa senza aggravio di peso non la riesco a considerare determinante nella preferenza verso il libro elettronico. È per questo che sono convinto che l'e-book sia (e senza dubbio sarà) un formidabile strumento soprattutto in ambito didattico e tecnico. Pensate solo alla possibilità per uno studente di non doversi caricare sulla schiena dieci chilogrammi di carta, tra libri e dizionari assortiti. O per un avvocato potersi portare in udienza codici, raccolte di sentenze e tutte le pubblicazioni che gli interessano. Scaffali e scaffali di carta racchiusi in duecentocinquanta grammi di roba. Stessa cosa per un ingegnere o un geometra in cantiere o in trasferta. Insomma libri di testo, enciclopedie, normative, manualistica tecnica di tutti gli argomenti, nonché la saggistica, che presuppone un coinvolgimento emozionale decisamente basso, troveranno un supporto perfetto nella fredda comodità dell'e-book. E c'è da credere che nel giro di un paio di lustri spariranno del tutto le relative nuove edizioni cartacee. Ma con la narrativa secondo me il percorso non funzionerà altrettanto bene. Al massimo potremo assistere a un affiancamento dei due supporti, come accade ancora adesso per CD ed mp3. A meno naturalmente dell'adozione da parte degli editori e dei distributori di una politica di prezzi talmente aggressiva (che adesso peraltro non si vede) da finire per far preferire comunque ai lettori l'edizione elettronica a fronte del risparmio di parecchi soldi. Quanto poi alla questione del fantomatico e insostituibile profumo di libro nuovo, potete stare certi che quello sarà l'ultimo dei vostri problemi. Hanno già pensato allo spray.

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog