Leggendo in rete o tra i vari conoscenti e amici su Fb, ho notato un atteggiamento piuttosto ostile nei confronti del coming out di Tiziano Ferro. C’era chi diceva “sai la novità”, chi reclamava il fatto che non fosse stato più esplicito nel suo confessarsi, altri che notavano, un po’ malignamente, che avesse tardato per paura di non vendere più dischi o, peggio ancora, che tutto questo servisse in realtà per propagandare l’uscita del suo libro/autobiografia.
Io credo invece che Tiziano Ferro abbia avuto un gran coraggio ad esporsi in un paese bigotto e vecchio come il nostro. Che stia rischiando del suo e che tutto sommato questa cosa non sia proprio da tutti (non è certo un caso se dalla sua casa discografica non volevano che lo dicesse pubblicamente).
Personalmente, non ritengo fosse obbligato. Non faccio parte di quei gay militanti per cui fare outing è un dovere morale. Ma ora che lo ha fatto, mi chiedo perché tanta freddezza nell’accogliere le sue parole, arrivi proprio da quella che si dice, a parole, comunità LGBT. E molto spesso da quegli stessi militanti.
E’ un peccato. Mi viene comunque il dubbio che se tutta la classe politica ci ride in faccia alla richiesta di diritti è anche per come siamo divisi e ostili tra noi stessi.