E che c’azzecca?

Creato il 23 giugno 2011 da Fabio1983
Un conto è la curiosità, che ci sta: io sono il primo. Un altro conto, invece, è la critica pregiudiziale. I trascorsi politici di Antonio Di Pietro rendono l’uomo il meno adatto alla guida di una coalizione. Sta bene a fare quello che ha sempre fatto: il gregario rumoroso. Ma il suo vetero antiberlusconismo lo ha reso simpatico a molti e allo stesso tempo politicamente indispensabile non più del medio periodo. Cosa significa? Che come Berlusconi si sarà tolto di mezzo, circostanza che potrebbe avvenire molto presto, altri saranno costretti a un passo indietro. E non solo tra gli scherani che lo accompagnano da anni. Di Pietro, evidentemente, ha capito – ironia della sorte – di rischiare un’uscita di scena appresso al Cavaliere e ha così deciso (magari sotto “dettatura”, come ho letto qua e là) di apparire lui, nel centrosinistra, quello buono. I politici sono così: devono reinventarsi ogniqualvolta si presenti la necessità. È successo in tempi recenti anche a Fini, a lungo santificato persino dalla sinistra per lo strappo con Berlusconi. E con le dovute proporzioni, Andreotti fu la personalità più poliedrica della Prima Repubblica. Tonino ha parlato con Silvio. E allora? Non c’è nulla di choccante. Le chiacchiere intorno, al contrario, sono un esercizio noioso ed evanescente.

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