E’ che odio il talento perduto

Creato il 24 luglio 2011 da Margheritadolcevita @MargheritaDolcevita

Scriverò due o tre cose a proposito della morte di Amy Winehouse, o meglio, a proposito di tutte le cose che ho letto sulla morte di Amy Winehouse. Non sono (ero) una fan accanita, alcune canzoni mi piacevano, ma finita lì, come mi piacciono centinaia di altre canzoni di altri autori. All’inizio, lo ammetto, non mi piaceva troppo, non so, troppo particolare, troppo sopra le righe, in realtà secondo me “Back to black” è una canzone meravigliosa. Ma vabbè, è solo per dire che questo non è il post di una fan sfegatata ed esaltata che ha l’intera collezione dei suoi album, dei b-sides, delle action figures, delle sue pettinature e così via.

Ecco, quanto ho letto mi ha prima indignato e poi fatto riflettere. I commenti in generale si sono suddivisi in cinque macrocategorie:

Era ora

E penso che un commento del genere qualifichi appieno chi lo esprime, senza che ci sia bisogno di aggiungere altro (mi dispiace che a commentare la vicenda in questo modo, oltre a molte altre persone, ci sia stato anche un amico che ogni tanto trova sempre il modo di sorprendermi negativamente, ma pazienza, ormai sono abituata).

Chissenefrega

Legittimo, forse non era necessario esprimersi, però capisco l’impellente bisogno di dire la propria su ogni cosa (e questo blog ne è la riprova), specialmente quando tutto il mondo ne parla, è difficile resistere, lo so, lo comprendo benissimo.

Nessuno che parla dei morti in Norvegia, tutti che parlano della morte di una drogata

Non so, bisogna fare a gara? Va da sé che sono due episodi completamente diversi, con una portata diversa e che suscitano reazioni diverse. Io un articolo su quanto accaduto in Norvegia non l’ho scritto (e non penso lo scriverò, non saprei onestamente cosa dire), ne sto scrivendo uno sulla morte della drogata in questione, significa che dei morti norvegesi non me ne frega nulla? Ma non direi proprio. Non è che il mondo viaggia per confronti o per paragoni, succedono tante cose, differenti, che coinvolgono una persona come 1000, e l’attenzione prestata non è proporzionale al numero delle vittime. Solo che non penso significhi uno scarto di dispiacere tra un evento e l’altro.

Muore tanta gente ogni giorno, che senso ha parlare solo di questa drogata?

Uno dei ragionamenti che più mi fanno accapponare la pelle. Perchè ci vogliamo nascondere dietro un minuscolo dito? Da che mondo è mondo la morte dei personaggi celebri, per meriti (o demeriti) di qualsivoglia natura, ha molto più risalto della morte di altri comuni mortali, è sempre stato così e sempre sarà così. Hanno parlato per una settimana della morte di Raimondo Vianello, e nessuno ha detto niente per la morte di mio nonno, e cosa posso farci io? Un bel niente. Ma è giusto che sia così. Trovo molto ipocrita uscirsene con frasi del genere quando magari il giorno prima si guardavano i suoi video su youtube o si canticchiavano le sue canzoni. O la popolarità c’è sempre oppure non c’è.

Se l’è andata a cercare

Ecco, questo forse è il commento più letto. Fermo restando che ancora non si sa se sia suicidio o “morte accidentale”, ho visto queste parole come un malcelato modo di dire che se l’è meritato e che quindi non è degna di umana pietà e considerazione. Se l’è andata a cercare, certo, se passi la vita ad assumere droghe mischiate ad alcool e medicinali di dubbia provenienza non puoi pretendere di vivere a lungo. Però, scriverlo con quel tono (lo so che è paradossale, perchè quando si scrive non si ha un tono, ma avete capito quello che intendo no?), onestamente l’ho trovato raccapricciante. A me non interessa fare una disanima sulla sua depressione, sul suo male di vivere, davvero ci sarebbero troppe cose da dire, ma si parla di una ragazza di 27 anni che si è distrutta, bruciata, nel giro di qualche tempo, senza che nessuno riuscisse a far niente (sicuramente qualcuno ha provato ad aiutarla), senza che nessuno del suo entourage si astenesse dal darla in pasto al pubblico di un concerto o di uno studio televisivo, una ragazza di 27 anni, un talento di 27 anni, come si fa ad avere così poca umanità (perchè per me di umanità si tratta) dal non riuscire nemmeno ad astenersi dal commentare la sua dipartita? Ho letto commenti su FB, commenti atroci, scritti da madri sorridenti che avevano nell’avatar una bella foto di loro stesse con il loro figlioletto, ecco a me queste cose fanno orrore. Mi fanno orrore quelli che si ergono a paladini della moralità, della morigeratezza, della perfezione, e poi se ne escono con frasi degne di un naziskin in pensione. In realtà io temo per me stessa. Perchè quando morirò so che ci sarà gente che dirà che me la sono andata a cercare, so che ci saranno tante madri sorridenti come quella di cui sopra che se ne usciranno con questa frase. E ok, sarò morta, quindi nessuno mi tangerà più, però mi dispiacerebbe, un dispiacere retroattivo ecco. E’ che la vita è una cosa talmente fragile che ci sono migliaia di modi di andarsela a cercare, ci sono persone che, ahiloro (ahinoi) se ne scelgono di più visibili.

E poi se c’è una cosa che non sopporto è il talento buttato via, il talento che il mondo perde ogni volta che qualche persona di talento muore prematuramente. Ci penso da quando è morto Heath Ledger, è terribile che si debba fare a meno di un talento così travolgente e potente, è un vero peccato. Non è una considerazione sulla persona, sulle sue scelte, è che è proprio brutto doversi privare di tanta bravura, non sapere dove un valore emergente sarebbe potuto arrivare.

ps. per la prima (e spero unica) volta cancellerò eventuali commenti che non mi piacciono anche scritti da coloro che sono “autorizzati” a commentare senza passare dalla mia approvazione; è un comportamento antidemocratico, antiliberale, antiquellochevipare, ma 1. ho già letto troppe cose che non mi sono piaciute e non voglio leggerle anche qua 2. è un argomento che mi sta molto a cuore, quindi portate pazienza e per una volta sopportate le mie velleità censorie.



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