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“E che venne alla donna del soldato?”, il dramma della guerra

Creato il 10 agosto 2014 da Annalina55

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Sat, 22 Mar 2014 20:42:04 GMT
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Bertolt-Brecht

“E che venne alla donna del soldato?” è una poesia di Bertold Brecht tratta da Schweyk nella seconda guerra mondiale, composto tra il 1941 e il 1943, un dramma sulla desolazione provocata dalla guerra fortemente polemico nei confronti del Nazismo e del conflitto bellico stesso.

Ispirato al romanzo Il buon soldato Svejk di Hasek, il dramma di Brecht si svolge inizialmente a Praga, occupata dai Tedeschi nel 1939, poi nella steppa russa. Qui Schweyk, che è stato costretto ad arruolarsi, cerca invano la strada per Stalingrado, dove i Tedeschi stanno cercando di fronteggiare la controffensiva sovietica. Nella scena finale compare lo stesso Hitler, anche lui  alla ricerca di Stalingrado, il quale compie una specia di danza selvaggia in mezzo alle cannonate e ai morti, mentre il soldato canta in una canzone la completa impotenza.

Riportiamo la ballata:

E che venne alla donna del soldato

da Praga, dall’antica capitale?

Da Praga le venne la scarpa col tacco,

un saluto e la scarpa col tacco,

questo le venne da Praga.

 

E che venne alla donna del soldato

da Varsavia in riva alla Vistola?

Da Varsavia le venne la camicetta di lino,

così vivace e strana, una camicetta polacca!

Questo le venne dalla riva della Vistola!

 

E che venne alla donna del soldato

da Oslo sul Sund?

Da Oslo le venne il baverino di pelliccia;

speriamo le piaccia, il baverino di pelliccia!

Questo le venne da Oslo sul Sund.

 

E che venne alla donna del soldato

dalla ricca Rotterdam?

Da Rotterdam le venne il cappello.

E le sta bene, il cappello olandese!

Questo le venne da Rotterdam.

 

E che venne alla donna del soldato

da Bruxelles in terra belga?

Da Bruxelles i fini merletti.

Oh, averli, quei fini merletti!

Questi le vennero dalla terra belga.

 

E che venne alla donna del soldato

da Parigi la ville lumière?

Da Parigi le venne la veste di seta.

Per l’invidia della vicina, la veste di seta.

Questa le venne da Parigi.

 

E che venne alla donna del soldato

da Tripoli di Libia?

Da Tripoli le venne la catenella,

gli amuleti alla catenella di rame.

Questi le vennero da Tripoli.

 

E che venne alla donna del soldato

dall’ampio paese dei Russi?

Di Russia le venne il velo di vedova.

Per il funerale il velo di vedova.

Questo le venne di Russia.

 

Scritta in un linguaggio diretto, privo di metafore e similitudini, la poesia, composta di otto strofe, sembra una filastrocca dove domina la figura dell’anafora, ovvero la ripetizione costituita dalla ripetizione posta all’inizio di ogni verso E che venne alla donna del soldato. Vi è un continuo riferimento ai territori occupati dal Reich tedesco, in corrispondenza di una febbre di conquista che coinvolge tutto il popolo tedesco, rappresentato dai desideri di una donna.

La ripetizione crea un senso di sospensione che sfocia in tragedia nel verso finale, quando la donna riceve come regalo il velo da vedova; questo è il risultato di tante conquiste territoriali: la morte.

Sund è il tratto di mare che separa il mar Baltico dal mare del Nord; Brecht si lascia andare anche a delle ironie per riprodurre il pensiero del soldato come quando parla della camicetta polacca.

La strofa finale interrompe la serie dei desideri e della conquiste e si risolve tragicamente sia per l’esercito che per la popolazione. Per comprendere fino in fondo il testo è necessario avere presente la situazione scenica in cui è inserita la canzone, la quale viene cantata in un’osteria dalla proprietaria ad un soldato delle SS, che alla fine di ogni strofa, fa cenni di assenso con la testa, continuando a bere. L’ultima strofa rivela il soldato ormai ubriaco, non in grado di comprendere il messaggio della canzone.

 


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