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E continuano a chiamarle “Sagre”…

Da Michelepinassi @michele_pinassi
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Mi è sempre piaciuta l’idea della “sagra”: è l’occasione per mangiare bene piatti tipici del posto, senza spendere una fortuna ! In Italia, poi, siamo veramente dei campioni: tra Sagra della Patata, del Prosciutto, del Fagiolo, della fava e della rava….ci sono sagre per tutti i gusti.

Troppo spesso, però, soprattutto negli ultimi anni la moltiplicazione delle Sagre è diventata più un modo per “fare cassa” che per diffondere un certo tipo di cultura culinaria e favorire la socialità. Il sintomo più evidente sono i prezzi delle pietanze: come si può pensare, ad una “sagra”, di mettere prezzi analoghi al ristorante e di far pagare pure “il coperto” ?

Bene, non discutiamo neppure del prezzo in sé perché se la cucina e la pietanza vale il costo, nessun problema. Ma se per 9€ di “rosticciana” ti consegnano un piattino con una salsiccia, una costolina di costoleccio, mezza bistecchina ed una coscia abbrustolita di pollo…insomma, qualcosa proprio non va !

Se ci aggiungiamo che un “ciotolino” di patate fritte costa ben 2.50€ e che per una coppetta piccola di gelato Sammontana (tira là se fosse stato artigianale…) ti chiedono 2€…alla faccia della sagra !

Quanto descritto mi è accaduto ieri sera alla Sagra di Pianella, Castelnuovo Berardenga (SI), dove credo di aver mangiato piuttosto maluccio e speso decisamente non poco. Ho preso come primo, i “Tortellini al ragù”, che erano poco cotti e piuttosto insipidi. Di secondo rosticciana mista, già precedentemente descritta, con contorno di -carissime- patatine fritte.

Ho avuto modo di assaggiare la pizza e devo dire che quella, almeno nell’impasto, era buona. Unica pecca: quando si ha a disposizione un bel forno a legna, la pizza deve essere ALTA e non quella “sfogliatina” rossiccia che sfornavano ieri sera…

Comunque il problema non è tanto la Sagra a Pianella quanto proprio tutte le varie sagre che organizzano almeno nella mia zona: non si può applicare prezzi da ristorante quando non si è in grado di offrire la stessa qualità. O, meglio, sono del parere che la sagra debba avere prezzi popolari, altrimenti non è una sagra !

Considerando che gran parte del personale alle sagre è volontario (persone del paese), non ci sono costi fissi come affitto del locale e l’ambiente è molto rustico, il listino prezzi deve essere di conseguenza.

Tanto per fare un semplice paragone, alla Sagra “Scoperta dei Sapori Perduti” di Spinoso (PZ), dove sono stato pochi giorni fa, un piatto di baccalà fritto con peperoni costava 3.50€. Certo, ora tirerete fuori la storia che “al meridione costa tutto meno“, che gli stipendi sono più bassi…etc etc etc…tutte cazzate: nei pochi supermercati o negozi, i prezzi sono molto più alti che da noi ! Eppure le sagre possono veramente chiamarsi Sagre, dove si degustano piatti tipici e specialità locali a prezzi popolari.

Voi che ne pensate ? Raccontatemi la vostra esperienza !

E continuano a chiamarle “Sagre”…

About Michele Pinassi

Nato a Siena nel 1978, dopo aver conseguito il diploma in "Elettronica e Telecomunicazioni" e la laurea in "Storia, Tradizione e Innovazione", attualmente è Responsabile del Sistema telefonico di Ateneo presso l'Università degli Studi di Siena. Utilizza quasi esclusivamente software libero. Dal 2006 si occupa di politica locale e alle amministrative del 2013 viene eletto Consigliere Comunale del Movimento Siena 5 Stelle.

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