Andrea Passerini per La Tribuna di Treviso
La discesa in campo di Treviso ha prodotto un primo effetto: un’impressionante accelerazione del quadro politico del rugby italiano. Tutti a chiedersi chi potrebbe
essere il candidato dei fronte benettoniano. Il friulano Elio De Anna? Il patavino Fulvio
Lorigiola, che però è sub indice dovendo attendere la clemenza federale per potersi
candidare? Un uomo chiave della Lombardia o del Lazio, regioni chiave per spezzare i
blocco che sin qui ha fatto trionfare Dondi per 16 anni e 4 mandati consecutivi? In
Lombardia l’uomo forte è Gavazzi: non fa mistero di puntare alia presidenza della Fir,
mettendo sul piatto il suo 22% di voti.
In Ghirada hanno le bocche cucite. Il documento di Treviso è stata la chiamata alle armi,
e non a caso, dal fronte Dondi, si levano subito gli scudi.
Viene data per imminente una riunione del vasto schieramento, praticamente «bulgaro», che ha sostenuto sin qui il presidentissimo emiliano.
«Non so ancora se mi candido io – dichiarava ieri Dondi – certo se mi ripresenterò sarà a
ragion veduta, facendo bene i conti. A dispetto dei santi non faccio nulla. Ma devo ancora
decidere». E aggiunge, molto esplicitamente: «Certo che l’ingratitudine non ha limiti…».
Parla anche del Benetton?
«No, parlo di Treviso…»
Il che rende evidentissimo il livello dello scontro, da qui alle urne. Verosimilmente fissate
tra dicembre 2012 e gennaio 2013.
I bene informati dicono che i giochi siano già fatti e che si ripresenterà proprio Dondi:
nel suo stesso schieramento temono che la candidatura di un «delfino» (e non mancano)
non assicuri automaticamente più la compattezza del blocco. Non solo: Dondi è essenziale
al sistema che ruota intorno a lui, e che in questi anni si è consolidato.
In questo contesto, la sfida di Treviso è un attacco di sesto grado. (…)