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E’ emergenza in Cile: interessato anche l’ESO

Creato il 01 aprile 2015 da Media Inaf

alluvione_81909476_026481049-1Resta critica la situazione nel nord del Cile dopo l’alluvione che ha colpito diversi centri abitati martedì scorso interessando anche l’Osservatorio dell’Eso, dove per qualche ora è venuta a mancare l’energia elettrica. Due giorni di piogge intense nelle regioni di Atacama, Coquimbo e Antofagasta hanno causato la morte di almeno 23 persone e altre 57 risultano ancora disperse. Il numero degli sfollati continua a crescere e ormai sono oltre 23 mila, fa sapere il governo, di cui quasi 5000 hanno già trovato rifugi alternativi.

Le piogge hanno investito una zona solitamente arida: si tratta appunto del deserto di Atacama, considerato il più asciutto del mondo. Piogge così forti e torrenziali non venivano registrate da 80 anni in questa zona così remota del Sud America. Da mercoledì a giovedì sono caduti, infatti, circa 24 millimetri di pioggia nella regione di Antofagasta, che riceve in genere solo circa 1,7 millimetri di pioggia in un intero anno. I fiumi sono esondati rompendo gli argini, allagando le città e provocando ingenti danni a edifici, aziende e case private. Le strade si sono trasformate in torrenti e anche i piccoli corsi d’acqua sono stati invasi da fango e acqua sommergendo chilometri quadrati di terreno.

Situazione drammatica nelle città di Copiapo e Chanaral, nonché in altre cittadine ai piedi le Ande, dove secondo fonti locali circa 38 mila persone erano rimaste senza elettricità e oltre 50 mila senza acqua potabile, anche se nelle ultime ore si sta facendo il possibile per riportare nelle città almeno i servizi essenziali. Fonti del governo hanno fatto sapere che il 95% dell’energia elettrica è tornata nelle abitazioni, così come l’80% dell’acqua potabile, ma solo in alcune zone.

Molti sono i ricercatori e gli scienziati, anche italiani, che lavorano agli strumenti dell’Osservatorio dell’Eso in questa area remota del mondo. In un primo momento erano stati persi i contatti con le basi in Cile, soprattutto con il personale che lavora ad APEX, ALMA e Paranal, ma in poche ore le comunicazioni sono state ripristinate così come l’apporto di energia elettrica.

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La presidente cilena Michelle Bachelet ha già impegnato quasi 10 milioni dollari in aiuti e mezzi d’emergenza. Da giorni ormai la popolazione scava nel fango per salvare le proprie case, oltre che oggetti personali e automobili. Tutto questo anche per riaprire la circolazione sulle strade principali e per consentire l’arrivo degli aiuti. Il governo ha inviato 700 tonnellate di aiuti, tra cui cibo, materassi e medicinali. In arrivo anche 80 mila vaccini anti-influenzali, ma non basteranno.

Chi volesse aiutare, può farlo dall’estero attraverso:

Fonte: Media INAF | Scritto da Eleonora Ferroni


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