Magazine Diario personale

E fa che si porti via, la mala morte e la malattia

Da Iomemestessa

Buon Anno a tutti coloro che, in questi mesi, hanno trovato il tempo di transitare su queste pagine. A coloro che hanno lasciato commenti ed a coloro che non ne hanno lasciati. Mi commuove e stupisce pensare (e non lo dico per cortesia) che ci siano persone che provano un qualche interesse per me e le mie parole (e questo la dice lunga sulla mia autostima, in effetti)

Buon Anno a quanti, anche quest’anno, hanno fatto della cortesia, della professionalità e dell’etica la propria cifra morale. E non pensino di passare inosservati. Sono invece luminosi, tra tanta pochezza.

Buon Anno a chi tenta, ogni giorno, di inculcare ai propri figli dei valori. E non mi riferisco a quelli quotati in Borsa.

Buon Anno a quelli che si ricordano da dove vengono. Requisito fondamentale per sapere dove si sta andando.

Buon Anno a quelli che ci provano, ogni giorno, pervicacemente. Perchè certe mattine, anche solo alzarsi è un atto di coraggio.

Buon Anno a quelli che non son né santi, né pii. Ma non dicono di no al prossimo loro. E non lo chiamano precetto. La chiamano pietà, da pietas. Che è un’altra cosa. ed è come il coraggio per don Abbondio. O ce l’hai, o non ce l’hai.

Buon Anno all’anziano operaio in catena che venerdì ci ha ricordato, con la sua stanchezza, la sua ansia e la sua paura del futuro il perchè ogni mattina continuiamo indefessamente a sbatterci, nonostante ogni sera si presentino opportunità meno onerose e più remunerative. Opportunità che, però, non includerebbero né lui, né le sue stanchezze, né le sue ansie e men che meno le sue paure.

Buon Anno, carissimi.


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