E farlo in fretta

“Chi ha impiegato trent’anni per tradire il duce, minimo quindici per tradire un mezzo duce, a occhio ce li mette”, scrisse Andrea Marcenaro su Fini all’indomani della lite in diretta con Berlusconi. Sullo stesso giornale che ospitò l’intervento di Marcenaro, Il Foglio, oggi c’è un’intervista ad Alessandro Campi (direttore di FareFuturo) il quale spiega, per filo e per segno, a che gioco stanno giocando quelli di Fli: al superamento del berlusconismo al fianco di Berlusconi che potrebbe confortevolmente alloggiare al Quirinale. Un passo indietro, insieme all’Udc, nella rievocazione della Cdl, lontani dal sultanato che è ed è stato il Pdl. In poche parole: il potere logora chi non ce l’ha e a Fini devono girare da parecchio per questo motivo. Riallineare gli equilibri significherebbe giocare ad armi pari. E “se Fini pensa di avere la forza e la capacità – osserva la colomba Menia in un’intervista al Tempo – perché non potrebbe fare lui il premier?”. Centrato il punto: è una questione di potere. Di chi ha atteso troppo e a lungo e adesso è esausto. Di chi è logorato dagli altrui metodi duceschi e adesso vuole logorare. Bocchino ha annunciato una crisi di governo che, dice, di fatto già esiste. I finiani propongono una destra (e si intenda destra, non altro) che magari ad avercela così anche in Italia. Ma tutto fa parte del disegno: prendere, finalmente, il potere.