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E finalmente racconto anche io il mio (disordinatissimo) Salone del Libro 2013

Creato il 28 maggio 2013 da Girasonia76
Atterro a Napoli, vado a ritirare il bagaglio (rigorosamente imbarcato, perché non avevo a portata l'incredibile Hulk per poterlo sollevare sulla mia testa e riporre nell'apposito spazio) e ho due certezze di cui andar fiera: una valigia piena di libri - che nessuno potrà mai sollevare ma la cui lettura sì che mi solleverà - e uno stupendo romanzo terminato nel momento stesso dell'atterraggio (ma quanto mi piacciono quei casi in cui due momenti si verificano in contemporanea, e uno dei due momenti in questione è il portare a termine la lettura del libro. Mi dà una sorta di sicurezza, come se il verificarsi di quella coincidenza mettesse a posto tutti i tasselli della vita. Che poi non accada, pazienza, ma è bello averne per un momento la semplice illusione). Quindi con una valanga di libri da leggere trascinati su rotelle da una mano e un libro appena finito nell'altra, mi vedo ritornare a casa come l'eroina di un film western, cavalcando - ovviamente in auto - verso il sole. E' andata così: un'esperienza stupenda che mi ha messo addosso tanta allegria. (e un bel po' di febbre, ma questa è un'altra storia e l'ho già ribadita ampiamente sui vari social network in cui imperverso).

E finalmente racconto anche io il mio (disordinatissimo) Salone del Libro 2013

Stand Astoria. Perfetto.

Prima di entrare al salone avevo solo una grande sacrosantissima regola: no sconto no libri. Non compro da chi non fa sconti. Ah, e un'altra: ingresso vietato negli stand delle Big (Mondadori, Feltrinelli, Gruppo Gems, Rcs) che lì l'aria del Salone del libro non te la fanno respirare. (In effetti allo stand Mondadori sono entrata, di sabato, per chiedere se per caso fosse prevista la presenza di Barbara Fiorio per, che so, firmare copie o cose del genere. Ecco, vorrei potervi mostrare l'espressione chenonvogliodefinireebetepernonesserepoliticamentescorretta della tizia che non sapeva di cosa o di chi stessi parlando. Stendiamo un velo, e se mi leggi, Barbara, sappi che ho fatto del mio meglio per stalkerarti ma evidentemente sei stalking-proof.). 

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Stand Jo March. Elegante e distinto.

(E non dimentichiamo il tentativo di entrare alla Feltrinelli per gettarmi ai piedi o tra le braccia o più semplicemente al cospetto di Roberto Saviano, che un po' il mio eroe lo è. Troppa scorta, troppa protezione. Troppa fila per l'autografo. Mi sono accontentata di vederlo, anche più di una volta - eh, mi accontento di visioni fugaci - e di mandargli mentalmente tutta la mia stima e tutto il mio amore.) Ok, chiunque mi stia leggendo: sì, sono consapevole che questo non è un resoconto, ma una continua digressione. Ce la farete a resistere? In caso negativo, non ne avrò a male, la colpa è mia. In caso positivo, mi dispiace per voi ma complimenti! e scusatemi per il mal di testa che potrei arrecarvi. 

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Stand Marcos y Marcos:
esplosione di colori.

Dicevo, due regole. Che sono riuscita - più o meno come avrete capito - a rispettare. I libri acquistati superano la decina, non li ho più contati, ma conto di riassumerli entro la fine del post, gli stand più gettonati sono stati quelli delle case editrici piccole o di quelle grandicelle ma non grandi quanto i colossi che detengono tutto il mercato editoriale.  Originali, accoglienti, colorati e vivaci. Così i loro stand. Ho letteralmente adorato l'Astoria, la Polillo, la Marcos y Marcos, la Isbn, la Minimum Fax, la Fandango, la Jo March (ah, *_* la Jo March), la E/O, la Adelphi, la Elliot, la 66thand2nd, la Nutrimenti, la Spartaco... ok, diciamo che un'idea la sto dando. E chissà quante ne ho dimenticate, riparerò in futuro citandole all'improvviso. Dietro ogni stand un volto accogliente e sorridente. 

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Stand Isbn:
sprizza personalità da ogni copertina.

Oddio, non dietro tutti gli stand, qualcuno avrebbe potuto sforzarsi un po' di più. Ma diciamo il peccato e non il peccatore. Lodi, lodi, lodi vanno sicuramente alla gentilissima Federica dell'Astoria, con la quale si è chiacchierato dei libri letti e delle prossime pubblicazioni; al simpaticissimo tipo della Etal, di cui mi dispiace non conoscere il nome, che ci ha sottoposte a un improvviso quiz letterario cui non abbiamo saputo rispondere (ma ci ha subito tranquillizzate, visto che a quanto pare neanche Umberto Eco è stato in grado di dare la giusta risposta); a Valeria e Lorenza della Jo March che racchiudono tutti i più begli aggettivi che si possano dedicare a due giovani ragazze in gamba; al ragazzo della Polillo, che ha risposto pazientemente ai nostri interrogativi sui vari libri; ai tipi della Spartaco, che dal modo di fare mi hanno fatto subito sentire accolta; a tutto lo staff Isbn, che come requisiti universali ha disponibilità e gentilezza... Sì, abbiamo rotto le scatole a tante persone. Ma quelle persone facevano sentire che erano là per noi ed erano contente di intrattenersi a fare quattro chiacchiere.
E poi.
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E poi c'è il momento blogger, eh cavolo. Chi l'avrebbe mai detto? Se c'è una cosa positiva che quel maledetto (??) progetto ha portato (sì, tutta la storia de Il canto del cielo...) è stata sicuramente un'interazione maggiore tra blogger. Quest'anno ho sentito di più l'appartenenza a un gruppo, o più che altro la condivisione di una stupenda passione. Non avevo imbarazzi né timori del tipo: che diremo? e se ci stiamo antipatiche? e se ci piacciono cose diverse e non abbiamo voglia di passare tempo insieme? Nessun intoppo mentale è intervenuto. Avevo semplicemente tanta voglia di dare un volto e una voce a quelle parole che mi accompagnano quasi ogni giorno. Insieme a Francesca di Lost in Good Books, cui avevo già dato un volto qualche settimana prima grazie a un suo weekend napoletano, ho fatto la meravigliosa conoscenza della mitica Camilla - non vi dico, ho il doppio della sua età ma l'avrei fangirlata come una ragazzina - e dell'unica e inimitabile Erica, che più adorabile non si può, ti fa venir voglia di stritolarla di abbracci. 
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E poi la simpaticissima Francesca di Life in technicolor, che mi sembrava di conoscere da sempre, e Federica de La Fede Librovora... un sogno che si realizza! Non l'avrò dimostrato ma non vedevo l'ora di incontrarla e di parlarle, e di dare anche ai suoi post finalmente una voce. Io adoro il suo blog, adoro ogni suo post. Ora tutti i blog hanno una voce e a me questo suona magico. Con loro si è girato, chiacchierato, ci siamo consigliate e sconsigliate libri, ci siamo immediatamente ritrovate. Per ripetere poi la stessa emozione il giorno successivo, quando si sono aggiunti altri incontri oltre a quelli già citati: Chiara de Le Pagine Strappate, Elisa de La lettrice rampante, Sara de Il regno magico dei libri (torna a recensire!!), Lorenza de I libri di Lo, Morna di Forgotten Pages, Isy e Lya di Bookland viaggiando tra i libri, Stefania de I miei sogni tra le pagine, Monica di Booksland... 
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Sì, ok, ho finito l'elenco, ma eravamo tante ed è stato bello conoscersi. Ultimo incontro è avvenuto domenica con l'inarrestabile Francesca de La contorsionista di parole, con cui ho chiacchierato ininterrottamente sabotando l'incontro a cui avevamo deciso di assistere. Ma sì, ne è valsa sicuramente la pena! Menzione a parte meritano invece due persone. Ormai non c'è salone se non lo trascorro con le mie adorate amiche entrambe ex-blogger e ormai amiche di vita e non solo di libri, Valentina e Giulia. Il sabato è con loro, per loro. E' il giorno in cui nord, centro e sud Italia si incontrano finalmente dal vivo e danno vita ad abbracci, risate, lamentele, scherzi e chiacchiere. Il salone ci ha unite ed è diventato la possibilità di dare spazio a un'amicizia che durante l'anno si nutre di quotidiane conversazioni su facebook. E' un'occasione irrinunciabile. Insieme a loro sembra prendere forma ogni volta qualcosa che è stato impropriamente separato. Un'altra piccola magia, insomma. 

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La mitica lettrice nipotina.

E voglio aggiungere un'altra nota personalissima. Quest'anno il lunedì, il mitico giorno di grandi sconti (sì, mi è stato anche detto: abbiamo ribassato ulteriormente perché ci scocciamo di impacchettare tutto e riportarlo in sede. Vi stimo, editori pigri!) ho portato la mia sprintosa nipotina di 5 anni con me. Legge già dall'anno scorso, e non vedeva l'ora di entrare in questo magico mondo del "salone del libro" di cui aveva sentito tanto parlare i giorni precedenti. Con lei mi sono divertita tantissimo, tra Peppa Pig, Pimpa e libri vari su ballerine e fatine, tra foto colorate e scelta del LIBRO degno di essere acquistato. Inutile dire che ha scelto il volume più pesante che ci fosse, giusto un grammo sotto il quintale, che mi sono dovuta trascinare dietro per l'intera mattinata. Ma ne è valsa la pena vedere il salone attraverso gli occhi entusiasti di una bambina, che ogni tanto scompariva per sedersi a qualche tavolino e fare disegni coi colori che trovava lì. E puntualmente firmava il disegno e lo lasciava sul tavolo, chissà, come regalo al prossimo fortunato.

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Stand Sellerio. W Malvaldi

Ed eccoci agli incontri di quest'anno. Nota dolente, ahi ahi. Non me li ero segnati, non son riuscita a beccarne uno coi miei orari un po' sballati, ma posso sicuramente affermare che quello con Piero Dorfles è valso mille incontri. Ma l'incontro l'hanno già raccontato benissimo Erica e Camilla, e non saprei cos'altro aggiungere. Ha detto cose che ogni lettore sa già (o almeno dovrebbe) ma ogni tanto ha bisogno che qualcuno gliele ricordi. Ha detto che il lettore non si deve accontentare di leggere storie di coetanei in cui immedesimarsi, perché così non crescerà mai. Perché quelle storie non solo non sono raccontate bene, la maggior parte delle volte, ma gli dicono cose che già sa, già vive, già conosce. E non gli darà risposte o altre domande su cui riflettere. Un lettore deve puntare in alto, deve riuscire ad alzare lo sguardo da sé. Deve andare oltre. E i romanzi young adults non gli fanno fare questo passo. Ma i classici sono un ottimo trampolino di lancio. Vabbé, prendete le mie parole, Dorflesizzatele e otterrete un discorso da farvi brillare gli occhi e sentirvi migliori. O da farvi venir voglia di essere migliori.

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Stand Mattioli1885. Li voglio tutti.

E chiudo qui il resoconto del mio salone. Sono sicura che avrei voluto raccontarvi tanti altri aneddoti, del tipo di come mi sia appostata nei dintorni della splendida Barbara Fiorio mentre parlava con Falconi, aspettando educatamente che finisse di parlare per poter poi esprimerle tutta la mia ammirazione ma, tempo un attimo, è scomparsa portando con sé la scia della mia delusione. O di come abbia cercato per mari e per monti la carinissima Noemi Cuffia per potermi complimentare con lei per il libro, per il blog, e per tutto ma sia riuscita a beccarla solo durante un incontro che non potevo certo interrompere per dirle: sai che sei grande? (anche se l'avrei interrotto con piacere visto che i tipi mi suonavano fin troppo boriosi e irritanti), o di come abbia volentieri evitato qualche volto di scrittore noto ma da me poco apprezzato, e di come ci sia rimasta male che Malvaldi firmasse le copie in un orario in cui non sarei stata al salone.
E basta, dai, che se siete arrivati fin qui siete i miei eroi. Non vi faccio l'elenco dei libri - che è lungo e noioso - ma ve li mostro direttamente in foto, sperando siano tutti ben visibili. E vi lascio con qualche consiglio per l'anno venturo: - portatevi un panino, che lì vi vendono un hot-dog a 5€. Vi vien voglia di mangiarvi un libro, anziché un panino; - portatevi un trolley, un carrello per la spesa, un uomo portaborse: da sole non ce la farete a trasportare tutto; - quando sentite qualcuno pronunciare la parola salto, ecco, cercate di farvi gli affaracci vostri ed eviterete delle pessime figure. Non tutto il mondo twitta e non tutti fanno riferimento al salone del libro come #SalTo13;  - ovviamente, organizzatevi per il lunedì se avete intenzione di fare grandi acquisti. 
Passo e chiudo sperando di incontrarvi o rincontrarvi tutti anche il prossimo anno!

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I miei acquisti, tutti rigorosamente scontati.




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