La defezione del senatore Franco Pontone e quella del deputato Roberto Rosso nei confronti del gruppo di Futuro e Libertà di Fini e il loro conseguente rientro nei ranghi del Pdl fra le braccia di papi Silvio, mette la parola fine alla brevissima vita del gruppo parlamentare fondato solo qualche mese fa dall’ex braccio destro di Berlusconi, costretto a raggranellare un improbabile “prestito” di esponenti di Rutelli per poter rimanere a tutti gli effetti attivo in Parlamento.
Il presidente della Camera sulle colonne del Secolo d’Italia tuona contro il suo ex alleato, colpevole, secondo lui di corrompere grazie alla sua inestimabile forza economica, chiunque gli si metta contro a sbarrargli la strada.
Io aggiungo che ciò che non manca al Premier è la capacità di intuire le debolezze altrui e trarne di conseguenza il proprio vantaggio.
Esattamente quello di cui Fini è totalmente deficiente, sballottato da un circa un anno a questa parte nella vana ricerca di alleati per combattere contro i mulini a vento del potere e della maggioranza, di cui avrebbe, patti elettorali alla mano, farne parte.
E però pare che la terza carica dello Stato non abbia fatto bene all’ex leader di Alleanza Nazionale, il quale, colpito ignobilmente da una campagna mediatica organizzata ad hoc, non ha avuto il fegato di rinunciare alla sua carica per fare vera opposizione, ma è stato via via abbandonato da (quasi) tutti coloro gli sono stati vicini in più di trent’anni di carriera politica.
Qualcosa vorrà pur dire, no?
Sull’onestà è tutto da verificare, almeno quanto le scelte sulla vita privata (che lo hanno esposto in maniera indicibile allo scempio mediatico di cui sopra), ma sulle capacità politiche del raìs bolognese ormai è tutto verificato di quanto negli anni siano state ridicolmente enfatizzate oltre misura.
“Fini è un grande politico” si è sempre detto, contrappendolo all’evidente ciarlatanismo di Berlusconi e alle parabole ridicole di Bossi e la Lega.
Probabilmente è un grande politico come D’Alema, Veltroni, Rutelli e tutti gli altri perdenti che continuano a imperversare sulla scena italiana.
Tutti hanno fraternizzato e poi demonizzato Berlusconi (o viceversa) e tutti ne sono usciti con le ossa rotte.
Forse è vero che gli italiani meritano l’attuale Premier, ma è altrettanto vero che se ci fossero antagonisti all’altezza probabilmente meriterebbero qualcosa in più.
Increbile notare come tutti hanno abbandonato la nave Fini, gli ultimi sono Pontone e Rosso, i prossimi si sussurra siano Urso, Barbareschi e Ronchi.
Rimane quasi il solo Italo Bocchino che si ritrova fra le mani, la patata bollente di dover gestire il segretariato di un partito che è nato già morto.
Come probabilmente l’ascesa politica dell’ex Fini. Ex fascista, ex An, ex braccio di destro di Berlusconi e fra non molto ex Presidente della Camera.
Ed ex politico.