«... ma no, mamma, è che C., quello della 1B, ha due mamme.
nessun papà, solo due mamme.
perché una ha fatto quella roba lì... l'inseminazione... e allora lui ha due mamme.
vabbè, usciamo?»
me lo dice così, come se mi raccontasse che a ginnastica hanno giocato a baseball,
che il suo compagno di scuola ha costruito una casa sull'albero del cortile,
che la prof ha detto di riassumere una notizia sentita al tg.
me lo dice senza ridacchiare,
senza fastidio,
senza imbarazzo,
senza stupore,
senza alcuna provocazione.
me lo dice come se fosse una cosa sì un po' particolare,
ma come ce ne sono tante di cose un po' strane in questa nostra vita.
e allora tutto mi appare chiaro.
e bellissimo.
il fatto è che loro, le nuove generazioni, sono molto, ma molto, più avanti non solo di tanti di noi, ma sicuramente più avanti di quei vegliardi tremebondi che stanno in Parlamento.
quelli che ancora non sono riusciti a fare una legge contro l'omofobia,
quelli che pretendono di dirci come bisogna amare
o come è lecito avere dei figli e come invece non lo è.
quelli che se un bambino ha i genitori stranieri ma è nato in italia non lo vogliono chiamare italiano, anche se qui crescerà, studierà, lavorerà e pagherà le tasse, come le pagano i loro genitori sempre alla rincorsa del rinnovo del permesso di soggiorno.
ecco, quelli non lo sanno che il loro tempo è finito.
che i bambini oggi crescono insieme a compagni di ogni colore, e se chiedi di dov'è l'amico che si chiama Marcel o Jayden o Angel loro si stupiscono della domanda e mica lo sanno di dov'è, perché non è importante.
quelli là che stanno in Parlamento a fare le leggi non lo sanno che i bambini oggi ti dicono con perfetta nonchalance che il loro amico ha due mamme, o due papà.
non lo sanno che il loro tempo sta per finire.
perché tra pochi anni questi bambini saranno ragazzi e voteranno e li manderanno tutti dove dovrebbero già stare ora, lontano dai luoghi dove si decide dei nostri destini.
ho ascoltato le parole di Lorenzo, mio figlio, 11 anni, e ho pensato che, nonostante tutto, c'è speranza per il futuro. nostro e loro.
e finalmente ho sorriso.
e ritornano i vecchi grazie.
questa volta sono per i subsonica, che, con queste parole, questa mattina mi hanno fatto cantare a squarciagola, e pure ballare sul sellino, mentre pedalavo per raggiungere il mio posto di lavoro (finché c'è)