La foto di copertina è già tutta un programma. Burroughs e Kerouac immortalati nel 1953 da Allen Ginsberg in un interno nuovayorkese, seduti tra improbabili tappezzerie e ottomane dai motivi vagamente orientaleggianti. Due autori per un libro, un romanzo, una prova, un esordio che prende le mosse da un fatto realmente accaduto. Un fatto di sangue, di sopraffazione, di regolamento di conti sentimentali confusi e terribili. Come nella migliore vulgata postmoderna i personaggi si confondono con gli avvenimenti. Gli stessi due autori diverranno famosi dopo aver scritto questo romanzo e nonostante questo romanzo. Romanzo che, come in un racconto borghesiano, comincia a vivere di vita propria, trasformandosi in merce di scambio, in oggetto di controversie legali, in incubo da lasciar chiuso dentro a un cassetto. Ma, al di là del libro e della storia che racconta, sono gli avvenimenti stessi a marcare le vite dei loro protagonisti e di quelli che, in qualche modo, ne vengono a conoscenza. Come un testo per iniziati che più deve rimanere segreto, più assurge ad oggetto di attenzione ossessiva. Tutti, prima o poi, ne vengono a conoscenza, perfino un giovane fattorino del “New Yorker”, di nome Truman Capote. Fiume carsico che appare e scompare per poi ricomparire ancora, la storia che è narrata da questo romanzo ha attraversato tutta la seconda metà del Ventesimo secolo, apparendo in parte in saggi e romanzi e film e ora, trascorse traversie degne di un feuilleton, “l’assassinio che diede alla luce la Beat Generation” può essere letto nella sua interezza.Burroughs e Kerouac gigioneggiano, si dissociano, si mimetizzano, fanno un po’ gli scrittori beat e un po’ i nipotini di Dashiell Hammett, ma lo fanno nel modo che ci si aspetterebbe da loro. James Grauerholz è il curatore di tutta la faccenda, oltre ad essere stato amico di quasi tutti quelli coinvolti nella storia e, tra i suoi agenti letterari, c’è anche quella vecchia volpe di Andrew Wylie.Un libro.E gli ippopotami si sono lessati nelle loro vasche, di William S.Burroughs e Jack Kerouac (Adelphi).
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E gli ippopotami si sono lessati nelle loro vasche, di William S. Burroughs e Jack Kerouac (Adelphi)
Creato il 17 agosto 2011 da Angeloricci @angeloricci
La foto di copertina è già tutta un programma. Burroughs e Kerouac immortalati nel 1953 da Allen Ginsberg in un interno nuovayorkese, seduti tra improbabili tappezzerie e ottomane dai motivi vagamente orientaleggianti. Due autori per un libro, un romanzo, una prova, un esordio che prende le mosse da un fatto realmente accaduto. Un fatto di sangue, di sopraffazione, di regolamento di conti sentimentali confusi e terribili. Come nella migliore vulgata postmoderna i personaggi si confondono con gli avvenimenti. Gli stessi due autori diverranno famosi dopo aver scritto questo romanzo e nonostante questo romanzo. Romanzo che, come in un racconto borghesiano, comincia a vivere di vita propria, trasformandosi in merce di scambio, in oggetto di controversie legali, in incubo da lasciar chiuso dentro a un cassetto. Ma, al di là del libro e della storia che racconta, sono gli avvenimenti stessi a marcare le vite dei loro protagonisti e di quelli che, in qualche modo, ne vengono a conoscenza. Come un testo per iniziati che più deve rimanere segreto, più assurge ad oggetto di attenzione ossessiva. Tutti, prima o poi, ne vengono a conoscenza, perfino un giovane fattorino del “New Yorker”, di nome Truman Capote. Fiume carsico che appare e scompare per poi ricomparire ancora, la storia che è narrata da questo romanzo ha attraversato tutta la seconda metà del Ventesimo secolo, apparendo in parte in saggi e romanzi e film e ora, trascorse traversie degne di un feuilleton, “l’assassinio che diede alla luce la Beat Generation” può essere letto nella sua interezza.Burroughs e Kerouac gigioneggiano, si dissociano, si mimetizzano, fanno un po’ gli scrittori beat e un po’ i nipotini di Dashiell Hammett, ma lo fanno nel modo che ci si aspetterebbe da loro. James Grauerholz è il curatore di tutta la faccenda, oltre ad essere stato amico di quasi tutti quelli coinvolti nella storia e, tra i suoi agenti letterari, c’è anche quella vecchia volpe di Andrew Wylie.Un libro.E gli ippopotami si sono lessati nelle loro vasche, di William S.Burroughs e Jack Kerouac (Adelphi).
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