E il naufragar m’ è dolce in questo mar

Creato il 15 settembre 2014 da Smilingischic

” - Kika allora ti passo a prendere alle 18:45, prima non riesco-

 - Vai perfetto. Una ventina di minuti ci vogliono tutti per arrivare a San Gennaro- 
Per me che vengo da fuori (ormai lucchese di adozione da anni), esiste quasi esclusivamente il centro storico e quando ho compreso che l’evento si trovava a San Gennaro mi sono domandata se fosse una località misteriosa tipo Frittole o Molina di Quosa.
Ma la cosa mi aveva incuriosito, oltre al fatto di avere conoscenti che partecipavano all’evento come architetti o ristoratori. Perché è vero, si mangia anche con gli occhi.  Gli architetti hanno voglia di reinventarsi e mettersi in gioco e molti ristoratori si sono trovati con l’immagine di Gracco che impera con la patatina. Insomma una gran bisogno di fantasia e buon gusto.

-Kika, vado sempre dritta?-

 - Si France, ti devi fare tutta la Pesciatina-

Quasi una minaccia. Ma la salita sulle colline mi ha rimesso al mondo, lo ammetto.
Mentre salivamo con la mia Panda, ho pensato che da lì la lontananza dal mare la sentivo un po’ meno e perché no, ci avrei vissuto volentieri. Anche Kika non disdegnerebbe una casa tra quelle colline: fantasie tra amiche.

Ci ha accolto una bella degustazione di vini, meno di cibo (dovevo arrivare prima, lo sapevo). Sono riuscita a farmi spazio e ad assicurarmi due bignè al retrogusto di cocco, favolosi.

Con il bicchiere in mano (regola fondamentale di fine estate: non mollare mai nemmeno di lunedì) ci siamo addentrate tra i tavoli realizzati da architetti, artisti e designer.
E mi sono persa. In senso buono. Più nella filosofia che nella materia.
Il tavolo come tela sui cui dipingere, come quadro da esporre, per nutrire gli occhi.

Si passa da Alice nel Paese delle meraviglie e la distinzione tra il vero e il verisimile, al concetto di ‘essere quello che si mangia’: una tavola fatta interamente di specchi.
Non è forse complesso osservarsi mangiare?
Il tavolo sensoriale, un incontro tra colori e odori della cucina e della natura, da cui sono uscita con una scia di lavanda addosso. Lo ammetto, mi ha fatto giocare parecchio questo tavolo.
Un ritorno al rurale, con la tavola della semina, della rotazione delle culture, dell’aratura. Le mani in pasta, nel cibo, nelle relazioni, nella vita.

-Si prende un secondo bicchiere? –

 Kika mi riporta alla realtà. ‘Certo!’. Tanto nelle degustazioni la quantità è sempre poca penso, mi giustifico.
Avrei voluto berlo nella tavola del the, dove le tazze hanno le orecchie. Un omaggio all’ascolto, arte un po’ perduta.

Immaginar di tavole imbandite’: un evento curato da Mario Lovi da vedere e assaporare. 

Una cosa bella, ben riuscita.
Sul sito del Palazzo Boccella  trovate date e orari per visitare l’esposizione dei tavoli (rimangono ancora per poco!!).
Da oggi  invece si ripete anche la degustazione.

Ah, dimenticavo: il panorama da Palazzo Boccella è da togliere il fiato.
E il naufragar m’ è dolce in questo mar‘.”

La Berna 

Dettagli: 

Grazie di cuore a  Domenico Raimondi e Studio Diffuso per le immagini .


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