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È il nome la sola cosa che conta?

Da Anima Di Carta

È il nome la sola cosa che conta?

Not to Be Reproduced, René Magritte (1937)

Ospite di oggi è Giancarlo Rosati, che forse conoscerete su queste pagine come Gierre13. Con il post che segue ci invita a riflettere su un fenomeno che ha un forte impatto nel mondo dell'editoria e in generale in quello dell'arte. 
Fateci sapere cosa ne pensate!
Quando si parla di scrittura e di narrativa in particolare, mi viene sempre a mente un vecchio episodio accaduto molti anni fa. Si tratta del ritrovamento delle famose “teste di Modigliani”, pietre gettate in un canale e ritrovate durante dei lavori di scavo. Chi ricorda la storia sa bene a cosa mi riferisco. Le famose teste altro non erano che uno scherzo ideato da alcuni studenti che gettarono delle pietre scolpite in maniera molto dozzinale, con un comune trapano, apposta per farle ritrovare.
E subito dopo tutto il mondo colto, la critica, i docenti universitari, gridarono al miracolo dicendo che si trattava di opere originali del Modigliani. Quando arrivò poi la smentita e lo scherzo si palesò in tutta la sua ilarità, le reazioni furono le più assurde. Ma l’effetto principale era stato soltanto uno: quello di dimostrare che l’arte è comunque un fattore molto soggettivo, legato ed influenzato da molti elementi primo fra tutti il nome dell’artista.
In fin dei conti se quelle pietre le avesse davvero scolpite Modigliani, per la critica erano opere d’arte. Se invece erano state prese a colpi di martello e di trapano da tre persone qualunque, si trattava di reperti privi di valore. Questo senza nemmeno aggiungere che lo stesso Modigliani, prima della sua consacrazione come artista, fu palesemente vessato dalla critica e tenuto sempre in scarsa considerazione.
Sarebbe quindi interessante capire il perché di tutto questo. Forse perché l’oggetto d’arte è il coronamento di un percorso, un qualcosa che non ha un significato recondito se non lo si abbina con il nome di chi o ha prodotto, di chi lo ha ideato al culmine della sua attività artistica e di pensiero: questa potrebbe essere una spiegazione, non la sola, ma comunque una spiegazione.
Ma torniamo invece ai libri, visto che anche per loro in certi casi è così. In fin dei conti un libro, in particolare se si tratta di narrativa, è un oggetto artistico, una creazione. Se si entra in libreria e si trova il libro di un grande scrittore, di una persona già nota, quel libro è comunque un bel libro, anche senza aprirlo. Perché lo ha scritto lui, il nome per l’appunto. E se quel libro fosse pessimo? Se non rientrasse affatto nel periodo d’oro che aveva consacrato lo scrittore o la persona come degna di attenzione, ma è invece un testo mediocre, forse anche brutto? Questa è un’eventualità che accade molto spesso eppure il nome la fa da padrone. Il nome dell’autore è un marchio, una garanzia. Quasi un brand commerciale, in una società che vive sul marketing e sul commercio. La bellezza intrinseca dell’arte è appunto molto soggettiva, e se la si vuole quantificare per poi rivenderla occorre trovare un elemento che possa ricondurla a dei criteri di misurazione.
Cosa si fa allora? Ci si affida al nome, all’elemento di notorietà che il nome contiene.  E si rischia sempre molto poco.
Pubblicare un esordiente non è impresa rischiosa come molti invece vorrebbero far credere. L’autore affermato se ha venduto 2000 copie come media per i suoi titoli precedenti è molto probabile che non si distaccherà mai da quelle cifre. Al contrario il destino di un esordiente è totalmente imprevedibile ovvero a un migliaio di copie comunque ci arriva e le spese quindi vengono recuperate però, e non è un evento improbabile, il fenomeno letterario potrebbe anche esplodere, creare il caso che tutti gli addetti del settore si aspettano sempre. Cosa che invece con l’autore già affermato di sicuro non succederà più.
Eppure le grosse case editrici non puntano mai sugli esordienti, hanno paura. Temono che le librerie non accetteranno il nome di uno sconosciuto, ma questa è soltanto una scusa. Una libreria di fronte al grosso gruppo editoriale si inchina perché la sua sopravvivenza deriva soltanto da quel tipo di rapporto. Se la casa editrice decide di puntare su di un autore, sia questi uno sconosciuto oppure no, la libreria non si tirerà indietro, ma glielo metterà comunque sugli scaffali, e anche in bella vista.
Cosa dire dunque… Sei famoso ? No. Difficile che qualcuno ti prenda in considerazione. Sei conosciuto? Sì, allora puoi diffondere tutti i messaggi che vuoi. Con la speranza ovviamente che ciò che dici sia qualcosa di interessante, anche di bello. Perché poi, alla fine, la gente non è mica stupida. E per quanto indotta da mille altri fattori a valutare le cose, un giudizio veritiero saprà comunque darlo. E sarà un giudizio impietoso, senza possibilità alcuna di appello.
In sostanza, voi cosa ne pensate a riguardo ? È il nome dell’autore che fa il libro per i meccanismi editoriali di oggi oppure conta in qualche maniera anche il contenuto? E se è vero che il nome fa il libro, è giusta una cosa del genere?
Giancarlo Rosati
L'AUTORE DI QUESTO GUEST POSTVivo in provincia di Venezia. Ho studiato Scienze Politiche con indirizzo Politico-Internazionale avviato ad una carriera diplomatica che però non è mai iniziata.
È iniziata invece una passione per i computer che nei primi anni 80 cominciavano a diventare non più un oggetto riservato solo alla scienza ed alla ricerca ma che si apprestavano invece a diventare patrimonio di tutti, simbolo di una tecnologia nuova che avrebbe portato lavoro ed occupazione. E così è stato, almeno per me.
Ho lavorato e lavoro ancora nel settore informatico dove ho sempre cercato di dare tutto me stesso. Ultimo approdo per chi ama conciliare programmazione e grafica è stato ovviamente il web dove ho lavorato sia per grandi aziende che per singoli clienti con la stessa grande ed infinita passione che ho sempre messo nel mio lavoro.
Oltre ad occuparmi di informatica scrivo anche dei libri. Ho collaborato per alcune testate giornalistiche a livello nazionale e ho scritto saggi, romanzi e alcuni racconti.
Nel mio blog (www.giancarlorosati.it) c'e' una vetrina dei miei libri che possono essere acquistati sia in tutte le librerie on-line che sul sito stesso.
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