Tratta un tema importante, difficile, su cui credo non aver mai letto nulla. La guerra in Iraq e come questa viene vista in paese. Come quei ragazzi laggiù a combattere, spesso loro malgrado, vengono celebrati, usati per esaltare un po' l'orgoglio nazionale, ma poi anche presto dimenticati. La squadra Bravo è infatti appena tornata in patria dalla guerra, dopo che per puro caso una loro tragica azione militare è finita in tv: si è visto Billy mentre con una mano cerca di salvare un suo compagno e con l'altra risponde al fuoco, con alle spalle tutta la sua squadra a proteggerlo. E quale modo migliore per dissipare un po' le opposizioni alla guerra, sempre più numerose, se non celebrando questi ragazzi proprio nel giorno del ringraziamento, durante un'importante partita di football? Due settimane a casa, qualche giorno in famiglia, e poi via in giro per l'America, a ricevere pacche sulle spalle, commenti orgogliosi, ma anche imbarazzanti. E già che ci siamo magari ci scappa anche un film. La sicurezza di Billy, quella che prova in guerra con i suoi compagni, inizia a vacillare in mezzo a tutta questa confusione, questa ipocrisia. Il ricordo del suo amico morto è sempre presente. Alla fine ha solo diciannove anni, è vergine e una paura fottuta di morire. Ma questo tutta l'America non lo sa, o finge di non saperlo.
Credo che Ben Fountain sia riuscito a rendere al meglio tutta l'ipocrisia che si è sviluppata e ancora si sviluppa negli USA durante le guerre. Siete degli eroi, siete bravi, combattete per la patria, siamo orgogliosi di voi. Tanto là sotto le bombe noi non ci siamo mica. Quindi dai nostri divani, dai nostri salotti, dalle nostre comode stanze possiamo essere fieri, esaltarvi finché siete qui. Ma poi quando ve ne andrete la nostra vita continuerà senza alcun problema.Come vi dicevo all'inizio, mi sono sentita a disagio leggendolo. Perché le corde che tocca l'autore sono tante e lui riesce a raggiungerle in mille modi possibili: con situazioni assurde, mostrando una squadra di eroi un po' scapestrata; con momenti commoventi, come il ritorno a casa di Billy o la sua voglia di innamorarsi prima di morire; con momenti di rabbia, grotteschi, ironici, divertenti. E tu, anche se sei per natura contrario alla guerra a prescindere, sai che alla fine forse ti comporteresti come tutti quelli che circondano questa squadra. Ci penseresti finché li hai lì sotto gli occhi e poi, una volta tornati in guerra, a poco a poco ti scorderesti di loro, che la tua vita deve continuare. Certo, c'è chi si oppone più di altri, chi dimentica meno in fretta, chi vorrebbe salvarli davvero, ma alla fine là sotto le bombe ci sono loro. Ragazzi giovani, che eseguono ordini, che non hanno scelta, che hanno visto la morte in faccia e hanno una paura folle di non tornare, e che in cambio ricevono qualche medaglia e un incontro con Beyoncé.
Davvero, credo di non aver mai provato questa sensazione leggendo un libro. E questo, oltre alla scorrevolezza, al modo in cui è scritto, in bilico tra l'esilarante e il commuovente, mi fa capire di aver appena letto un grande, grandissimo romanzo.
Hector annuisce. "In pratica è quello che penso io. Quello che ho qui adesso fa schifo, tanto vale che mi arruolo".
"Che alternativa c'è", dice Mango.
"Che alternativa c'è", concorda Hector.
"Che alternativa c'è", gli fa eco Billy, ma sta pensando a casa sua.
Titolo: E' il tuo giorno, Billy Lynn!Autore: Ben FountainTraduttore: Martina TestaPagine: 398Anno di pubblicazione: 2013Editore: minimum faxISBN: 978-8875214890Prezzo di copertina: 17,00€Acquista su Amazon:formato brossura: È il tuo giorno, Billy Lynn!formato ebook: È il tuo giorno, Billy Lynn!