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E insomma, il fratellino quando lo fai?

Creato il 27 ottobre 2015 da Connie

E insomma, il fratellino quando lo fai?
La Nina a Gennaio compirà tre anni. E ora? Che si fa? Il fratellino/a?
Allora, l'argomento va sviscerato perché, davvero, non c'è una persona che non mi abbia posto la fatidica domanda e onestamente non posso neanche negare di non averne parlato molte volte con Giacomo analizzando la questione nella maniera più razionale possibile. Sta di fatto che l'unico modo per affrontare l'argomento "fratellino" è quello di suddividere la questione in due grandi filoni: il filone sentimentale e il filone razionale. 
Lo so che i figli non si fanno per calcolo, sono la prima io a dirlo ma dopo la prima volta che a trenta anni suonati ci sono rimasta come una di sedici che non sa neanche come funziona la storia dell'ape e del fiore, vorrei provare ad essere un filino più responsabile e coscienziosa.In generale e a colpo secco la mia risposta è NO, poi però alcuni giorni è Nì, altri è FORSE, altri giorni è ALLORA QUESTE DOMANDE DEL CAZZO LE VAI A FARE A QUALCUN'ALTRO, OK?
Ma facciamo ordine e partiamo col filone sentimentale:
Io vengo da una famiglia numerosa, ho due fratelli con cui ho sempre condiviso tanto e che sono una parte centrale e importante della mia famiglia e della mia vita. Sono stati e continuano ad essere per me un riferimento ma anche degli amici e delle persone di cui conta il giudizio e il sostegno. Quindi pensare che la Nina non avrà fratelli mi dispiace perché sento che per una mia scelta presa a tavolino, la farò rinunciare a qualcosa che per me si è rivelato importante.
Nella mia testa ho sempre pensato ad una famiglia con "figli" e mai ad una famiglia con un solo figlio, non so come si senta un figlio unico e ho paura di mancare come genitore in cose dove magari potrebbe essere prezioso un fratello o una sorella.
Certo, io ho una visione forse troppo positiva dei fratelli, io coi miei sono sempre andata d'accordo in maniera istintiva ma so di fratelli che alla fin dei conti si sopportano per convenzione e se potessero si ignorerebbero per sempre; che si voglia ammetterlo o meno anche la fratellanza è una lotteria genetica.
Poi c'è il pensiero del maschio; quando penso al secondo figlio, come se questa cosa potessi deciderla, penso ad un maschio biondo col nome che ho in mente (che non dirò fino alla menopausa sennò me lo copiate!!), vedo un bambino paffuto con gli occhi azzurri che gioca con la salopette con disegnati i dinosauri. E secondo me è questo il pensiero che ti frega più di tutti, teniamolo bene a mente.
E poi c'è quella sensazione di solitudine che scatta nel cervello di una mamma quando i figli crescono, una cosa sicuramente anche biologica, come se scattasse un instino di riproduzione primordiale. Il primo giorno d'asilo della Nina ho pensato, e ora? Ne faccio un altro perché mi ci vuole il mio bebè. E questo è il secondo pensiero che ti frega!
Poi cominci a pensare alla vecchiaia, a genitori vecchi che più figli e nipoti hanno e meno solitaria e triste è la vecchiaia. Ho tanti cugini, tanti nipoti, tanti bisnipoti (no, non faccio Casamonica di cognome) e ho un nonno di noventanove anni che ha sempre avuto nipotini piccoli fra i piedi, in casa mia ci sono sempre stati bambini piccolissimi, ragazzini e adolescenti e questo ci ha tenuto sempre in mezzo ad un'allegra confusione.
Per il filone razionale non dovete essere severi con me e vederla con meno cinismo di quanto sembra:
Se rimanessi di nuovo incinta certi errori grossolani non li rifarei di sicuro, però il pensiero del parto mi pietrifica. Non la gravidanza, con tutte le sue ciccio disgrazie ma il pensiero delle doglie e del parto mi sveglia ancora la notte. Quindi, se dovessi fare il secondo figlio, questa volta sarei irremovibile su scelte MIE di certo poco nazionalpopolari ma molto pratiche.
Un altro pensiero che mi blocca sono i gemelli, mia mamma e mia zia sono gemelle e stai a vedere chi vince il successivo 2X1 genetico in tutto il parentado?
Il pensiero della Nina in fase black block, come spesso accade, con un neonato in casa da accudire che ha bisogno di cure, silenzio, pace, mi destabilizza come se mi chiamassero ora per dirmi che c'è Obama a cena stasera.
Una delle cose più comuni che mi vengono dette da genitori che hanno sfornato il secondo è: "il primo era tanto buono, dormiva e mangia e basta! Ora non dormiamo da settimane!". Dentro di me penso: "Vedi? Tu hai imparato la lezione? Chi te lo dice che nasca l'opposto dello stinco di diavolo che ti sei messa in casa??"Certo, il contro pensiero è fare un secondo figlio per vedere se il primo è terribile di suo o se a te vengono solo figli indemoniati.
Infine farò un discorso molto cinico e metto subito le mani avanti per dire che lo so che i figli non sono "monetizzabili" e che dove si mangia in tre si mangia in quattro; però una paura che ho è quella di non poter dare alla Nina le cose che ho in mente. Magari questo è davvero il pensiero più stupido perché se la Nina potesse scegliere, in un ipotetico futuro, vorrebbe un fratello invece di un viaggio a Euro Disney. Tuttavia come genitore ho una visione egoistica della cosa, molto Ninacentrica al momento anche se vengo da una famiglia semplice e non ho avuto a quattordici anni il motorino e a diciotto la macchina. Sono sempre stata serena e non mi è mai mancato nulla. Forse credo di poter colmare certe mancanze che avrò con le cose materiali. É stupido lo so, e non è neanche da me un pensiero così, però ammetto che nell'economia dei pro e dei contro questo pensiero spesso si affaccia.

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