L’importanza del finanziamento pubblico a stampa e partiti.
Presente, accettato e consolidato nella maggior parte degli stati, il finanziamento pubblico ai partiti è deve essere considerato un presidio democratico di irrinunciabile importanza e di insuperabile efficacia. Suo scopo è, infatti, quello di garantire l’aspetto ed il ruolo inclusivo e partecipativo della politica, impedendo che la dialettica e la prassi gestionale diventino terreno di caccia e patrimonio esclusivo di “lobbies” e potentati economici, così come avveniva fino al secolo XIXesimo e, in parte, fino alla prima metà del secolo XXesimo. Il dispositivo sta tuttavia diventando il catalizzatore di un un malessere generale e trasversale che parte da altrove, ovvero dall’arroganza miope di una classe politica abbarbicata su anacronistici privilegi da “Ancien Régime ” francese e decisa a non cedere posizioni e ad elargire concessioni sul piano del buongusto e della responsabilità istituzionale. Sta, ancora una volta, alle forze più equipaggiate sul piano della maturità civile, evitare che soggetti meno avveduti manipolino e plasmino il disappunto popolare, facendone un “ must” e un “middle must” da orientare e addomesticare verso soluzioni che danneggerebbero in modo definitivo la partecipazione corale e collettiva.
P.S: L’assunto è trasferibile e sovrapponibile anche sul tema del finanziamento alle testate giornalistiche; se è vero che l’irruzione di internet ha allargato le maglie della comunicazione, consentendo la nascita e lo sviluppo di realtà come il “citizen journalism” e di figure quali i “presumers” , è altrettanto vero che un buon servizio di informazione non potrà, mai ed in nessun caso, prescindere dalla voce economica. Una testata in carenza di fondi non sarà difatti in grado di essere pienamente operativa e funzionale, e questo ne manometterà e limiterà la funzione civica, sociale e culturale propria del giornalismo.