La scrittura, di certo non ha segreti, è uno dei pochi strumenti, rimasti nelle mani degli uomini, che non conosce crisi di ogni genere. Molti, la definisce un dono, altri un ottimo antitodo psico-fisico, contro stress, timori, frustrazioni e quanto altro ma il carattere dell’autore Khaled Hosseini, vive al di fuori degli esempi appena elencati, va oltre ogni aspettativa, si vanta di poche emozioni, ma ricche di grandi significati e di emozioni, che trasformano ciò che realizza, con la scrittura, un potere umano inestimabile ed anticrisi.
Questa è l’autore de Il cacciatore di aquiloni; un uomo che il mondo ha definito coraggioso.
Figlio di un diplomatico, nato a Kabul in Afghanistan. La sua famiglia ha ottenuto l’asilo politico negli Stati Uniti nel 1980. Ora vive nel nord della California, dove svolge la professione di Medico. Il cacciatore di aquiloni e Mille splendidi soli sono considerati, oggi dai lettori e critici di tutto il mondo, epici, stellari, delle leggende viventi del mondo letterario afgano, entrambi sono divenuti in pochi anni, dei casi editoriali e sociali, pubblicati in 70 paesi, vendendo più di 23 milioni di copie.
DreamWorks, la casa di produzione di Steven Spielberg, ha acquistato i diritti di entrambi i testi, per trasformarli in film. Dopo un viaggio in Afganistan come volontario dell’UNHR, un’agenzia specializzata delle Nazioni Unite, ha fondato la Khaled Hosseini Foundation, un ente senza scopo di lucro, che fornisce aiuto umanitario alla popolazione afgana, in gravi difficoltà.
Il successo della sua scrittura non si è arrestato, anzi continua con il suo nuovo libro E l’Eco Rispose edito da Piemme, atteso da molti. Spezzanti e appassionanti, sono i temi che l’autore affronta in questa nuova ed avvincente storia, in testa alle classifiche di mezzo mondo, a partire dalla responsabilità delle scelte, che il personaggio Sabur, nel ruolo di narratore ammirabile, introduce.
Da qui la storia si apre sulla strada che dal piccolo villaggio di Shadbagh porta a Kabul, su cui viaggeranno un padre e i suoi due figli.
Sono a piedi ed il loro unico mezzo di trasporto è un carretto rosso, su cui Sabur, il padre, ha caricato la figlia di tre anni, di nome Pari. Sabur ha cercato in molti modi di rimandare a casa il figlio, Abdullah, ma senza riuscirci. Il legame tra i due fratelli è troppo forte perché il ragazzino si lasci scoraggiare.
Ha deciso che li accompagnerà a Kabul e niente potrà fargli cambiare idea, anche perché c’è qualcosa che lo turba in quel viaggio, qualcosa di non detto e di vagamente minaccioso di cui non sa darsi ragione.
Ciò che avviene al loro arrivo è una lacerazione che segnerà le loro vite per sempre, attraverso generazioni e continenti, in un percorso che ci porta da Kabul a Parigi, da San Francisco all’isola greca di Tinos. La scrittura del nuovo libro, è soffice, leggera ma soprattutto in grado di trascinare i lettori meno affezionati al genere, proposto dall’autore.
Un romanzo, ma soprattutto una scrittura che affronta i vari strati della vita e di tutti i suoi complementi. Forse dopo i soli e gli aquiloni, i lettori troveranno la pace e la serenità, che la scrittura di Khaled Hosseini sa dare, solo che questa volta con l’Eco.
Written by Giuseppe Giulio