I sogni son desideri
Sono le otto e mezza e, apparte il fatto che sono qui a scrivervi (e a ricordarvi di iscrivervi qui), stamattina, prima di andare a scuola in anticipo perché ciò un appuntamento con una madre (diggià? Diggià), devo:– andare in banca a pagare l’F24 della Tasi, che scadeva lunedì;
– comprare un cartoncino 50X70 viola, ché altrimenti le mie colleghe non vedono gli avvisi che metto loro in sala prof;
– preparare due avvisi per le colleghe;
- stampare qualche altra pagina dell’antologia privata per i miei alunni, ché intanto che fan fotocopie per le prove di livello e di ingresso, faccio fare anche quelle;
– dare un’occhiata al registro online per vedere se è tutto a posto (perché oggi ho le prove e devo fare da cane da guardia, altro che inginocchiarmi davanti al Pc per chiedere che funzioni la connessione);
– dar da mangiare a un gatto e vedere dove è finita l’altra che non si è ancora fatta vedere;
– caricare la lavatrice
– stampare le quattro pagine di un concorso cui ho appena iscritto i miei alunni a loro insaputa (tanto si usa così);
– preparare una seconda domanda scritta perché devo chiedere alla Capa se possiamo andare avanti con l’Orientamento provinciale o no;
– preparare una lettera per l’Orientamento provinciale per dire che finché la Capa non si decide a rispondermi e a ricevermi, non so che dire loro.
Mi sembra basta, e mi rendo conto che i punti dei gatti e della lavatrice a qualcuno possono sembrare trascurabili, così come il fatto che devo pure portare il pranzo a mia madre, però ci sono anche quelli.
Per fortuna che domani devo uscire alle sette e mezza.
[*] nel senso che, quando devo farci stare tutte ‘ste cose in poco tempo, l’unica reazione spontanea che ho è quella di sdraiarmi e lasciare che la vita mi passi sopra