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Chi segue questo blog sa che da un bel po’ di tempo (per l’esattezza da quando ci si è resi conto sempre e sempre di più della pochezza della classe politica e comunque di tutta la classe dirigente italiana e mondiale – essendo ormai consapevoli che su questa terra noi soli possiamo pensare a noi stessi perchè nessun altro lo fa visto che i nostri delegati politici o sindacalisti che siano pensano soltanto chi alle loro carriere, chi esclusivamente ai propri conti in banca, sottraendo per questo anche risorse economiche che invece dovrebbero servire al nostro sostentamento) ha posto l’accento sulla imprescindibilità della dignità dei lavoratori prima di tutto, dei cittadini comuni in genere e degli Ultimi e dei Dimenticati.
Adesso è l’ora!
Per fare comprendere meglio il nostro pensiero racconteremo ancora un episodio che ci era capitato da ragazzi:
Avevo appena finito le scuole medie e mi ero trovato un lavoretto presso un bar vicino a casa mia per poter avere qualche soldo in tasca durante quell’estate.
Inizio a lavorare mettendomi dietro al bancone per dare una mano.
Arriva un cliente, chiede un caffè, il titolare del bar lo prepara e io metto il piattino e il cucchiaino sul banco. E’ il primo piattino che metto sul banco, il titolare in modo sgarbato corregge la posizione del cucchiaino e mi rimprovera a voce alta dicendomi che il cucchiaino non si mette così, ma così..
Siccome ho sempre pensato che ci sono modi e modi per rivolgersi anche a un subalterno e non per forza questi devono essere incivili, gli ho risposto, come mi è proprio da sempre: “La prossima volta se lo mette lei!”
E ho preso la porta e me ne sono andato.
Naturalmente quel signore non avrà avuto alcuna difficoltà a trovare un altro ragazzino disposto a subire la sua maleducazione e ad essere trattato come i bianchi trattavano i “negri” fino a non molto tempo fa.
Questo per dire che non c’è
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