Com'era diverso mio nonno prima dell'incidente. Così austero, fiero, oroglioso.
- Quale incidente?
- Uno. Come quelli della tivvù. Quello delle morti bianche solo che lui è vivo ma pensa ogni giorno di morire.
Nonna si tingeva ancora i capelli di nero.
Madre era rotondetta. Polpacci cicciotti e scarpe col tacco!
Sister era bassetta, rotonda anche lei, candida e morbida. Da tirarle le guance.
E papà aveva la pelle distesa e gli occhiali da vista che amavo.
C'era ancora il compagno di mia nonna che non era mio nonno e non era il padre di mio padre.
'Noi' non l'abbiamo mai accettato come sostituto. Era uno in più, come aggiungi un posto a tavola.
Anche zio F. stava con una. Una tipa che non ricordo il nome. Mi ricordo la chioma nera e riccia, la magrezza e le corna che gli ha rifilato scopandosi il miglior amico di mio zio.
Dovrei smettere di guardare le vecchie foto. Se stanno nascoste dietro delle ante ci sarà un motivo.
Dovrei smettere.
Magari domani.
[Autoritratto - Estate del 1989]