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E la bara? Django Unchained (2012)

Creato il 01 febbraio 2013 da Silente

E la bara? Django Unchained (2012)USA, colore, 165 minuti  Regia: Quentin Tarantino  Sceneggiatura: Quentin Tarantino 
Parlare di film così grossi e già abbondantemente chiacchierati in tutto il Web è cosa forse trascurabile in un angolino come il mio, ma non potevo sottrarmi a spendere due parole, non di più, sull’ennesima prova eccezionale di Tarantino, ormai figura unica e impareggiabile nel mescolare certi improbabili paradossi per un cinema weirdissimo e fuori da ogni schema (giusto Miike ha un approccio vastissimo e incontrollabile come il suo), capace di combinare il western con l’hip hop, l’ultraviolenza con la comicità da commedia disimpegnata (con tanto di Jonah Hill a fare da comparsata), il dramma storico con il pulp, dilagando e diluendo la storia con personaggi stratosferici che passano minuti e minuti a parlare con una classe, una potenza e una tensione che, in tutta sincerità, non si vedono da nessun’altra parte. Sequenze totali come il prologo, la spiegazione del mestiere di Schultz, l’arrivo nella magione di Candie e la cena che ne consegue (che di fatte consiste in un buon terzo del film), ma anche a suo modo bizzarrie da applausi come la lunghissima scena degli adepti del Ku Klux Klan che si lamentano dei cappucci,  entrano di diritto nella storia del cinema per l’assoluta maestria nel dipingere personaggi esagerati, carismatici ogni oltre misura e rigore storico, ma perfettamente calati in un contesto straordinariamente adeguato e credibile, al quale nulla si può criticare, neanche assistendo a corpi che balzano via con un colpo di pistola manco gli fosse scoppiata una bomba nelle vicinanze.
E quindi Tarantino, attraverso un meccanismo estremamente sofisticato e maneggiato meravigliosamente, tra zoomate sessantiane, stravaganti flashback, lentezze splendidamente mastodontiche e soprattutto favolosi, favolosi dialoghi, riesce a far accumulare, accumulare e accumulare un’ansia che esplode così come esplodono i corpi in un’improvvisa impennata vorticosamente splatter, impossibile ma perfetta perché non poteva esserci altro frammento dopo quanto mostrato in precedenza, dopo il mash-up di generi, di costumi e di registri, dopo l’elegante, personalissima sequenza di stramberie e sciccherie che solo una penna come quella di Tarantino, qui esaltato dalle prove stellari di Jamie Foxx, Leonardo DiCaprio, Christoph Waltz e Samuel L. Jackson, potrebbe dotare di profondo senso acuto. È cinema caratteristico, strafottente e sopra le righe, un cinema sicuramente che può piacere e non piacere nel suo omaggiare e citare forse anche più per divertimento che per reale interesse cinematografico, da queste parti però si adora come poche altre cose perché capace di strabiliare, di reinventarsi, di essere fresco e nuovo in ogni occasione.

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