LA RANA E LO SCORPIONE
«Uno scorpione doveva attraversare un fiume, ma non sapendo nuotare, chiese aiuto ad una rana che si trovava lì accanto. Così, con voce dolce e suadente, le disse: “Per favore, fammi salire sulla tua schiena e portami sull’altra sponda.” La rana gli rispose “Fossi matta! Così appena siamo in acqua mi pungi e mi uccidi!” “E per quale motivo dovrei farlo?” incalzò lo scorpione “Se ti pungessi, tu moriresti ed io, non sapendo nuotare, annegherei!” La rana stette un attimo a pensare, e convintasi della sensatezza dell’obiezione dello scorpione, lo caricò sul dorso e insieme entrarono in acqua.
A metà tragitto la rana sentì un dolore intenso provenire dalla schiena, e capì di essere stata punta dallo scorpione. Mentre entrambi stavano per morire la rana chiese all’insano ospite il perché del folle gesto. “Perché sono uno scorpione…” rispose lui “E’ la mia natura”»
Ci si può sbizzarrire all’infinito sulle circostanze in cui qualcuno si colloca nel ruolo dello scorpione, o della rana. Il fatto è che in questa irritante fiaba c’è una fastidiosa verità: accade anche in politica, ed è accaduto in Italia, che qualcuno si comporti in modo incomprensibile senza alcuna identificabile ragione se non che, chissà perché, “quella è la sua natura”.
Chi sia lo scorpione è facile indovinare ed altrettanto chi sono le rane che si sono fidate. Ma è interessante sottolineare che non è tanto quello che si promette, ma il modo convincente di promettere, logico e comprensibile, persino condivisibile. Modo che nasconde l’inganno.
Le rane sono quanti hanno dato il voto a Berlusconi, (legaioli e pidiellini vari), si sono fidati delle sue promesse, pur sapendo che mai e poi mai sarebbe stato in grado di mantenerle. Vi farò tutti ricchi come me! Farò il ponte sullo stretto! Ridurrò le tasse! Aprirò 5000 cantieri! Ci sarà lavoro per tutti! Balle colossali,
Non siamo diventati tutti ricchi? Niente paura e nessuna disillusione, lo sapevamo già che non ce l’avrebbe fatta. L’importante non sono le promesse dello scorpione Berlusconi, ma come le fa e l’apparente logica che ci mette nel sostenerle.
Quella delle rane che votano Berlusconi è una sottocategoria che sa come morirà, ma fa finta di non conoscere la natura dello scorpione e continuerà a fidarsi della sua parola.
Testo della canzone LA RANA E LO SCORPIONE – 883
Non ricordo l’anno però ricordo eravamo in macchinaridevamo sulla Lega e sulla sua durezza intima
poi mi dicesti: – Sai
noi non faremo mai
le scelte facili
le strade semplici…”-.
Mesi dopo ci han lasciato le ex in contemporanea
se non fosse che stavamo un po’ male era quasi comica
tu mi dicesti: – “Sai
mi sa che non cambieremo mai
come quella storia che
c’è la rana e lo scorpione…”-.
Non so se hai avuto anche tu l’impressione
che il tempo acceleri
a sedici anni un anno dura una vita
poi a trenta sei già lì
tu con i tuoi pensieri
le angosce orrende ed i desideri
io con le mie canzoni
vicini oppure così lontani…
Lo scorpione doveva attraversare il fiume; così non sapendo nuotare, chiese aiuto alla rana: – “Per favore, fammi salire sulla tua schiena e portami sull’altra sponda”- La rana rispose: – “Fossi matta! Così appena siamo in acqua mi pungi e mi uccidi!!!” -”Per quale motivo dovrei farlo” – incalzò lo scorpione – “Se ti pungo tu muori e io annego!”- La rana stette un attimo a pensare, e convintasi della sensatezza dell’obiezione dello scorpione, lo caricò sul dorso e insieme entrarono in acqua.
A metà del tragitto la rana sentì un dolore intenso provenire dalla schiena, e capì di essere stata punta dallo scorpione. Mentre entrambi stavano per morire la rana chiese all’insano ospite il perché del folle gesto.
-”Perché sono uno scorpione…” – rispose lui “è la mia natura!”.
Io le lacrime sul viso di tua moglie
non le ho mai scordate
quella gelida mattina d’inverno di cose ne ha cambiate
mentre ti allontanavi
mentre guardando ci salutavi
attraversando il fiume
come quello scorpione…