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Può un peccatore essere condannato se non esiste veramente una colpa? Alzo gli occhi dallo schermo del pc e vedo i miei libri, quelli che tengo vicino, di cui ho bisogno in ogni momento. Di alcuni ne ho più copie, di edizioni diverse. Cambia ciò che vi leggo dentro? Assolutamente no. Sicuramente le differenti traduzioni modificano alcune sfumature, i commenti degli esperti sono varie e anche la grafica può mostare il testo in condizioni particolari, ma il contenuto essenziale rimane uguale a se stesso. Pirandello è Pirandello, sul cartaceo come sul digitale. E quindi qual è la mia colpa se adoro i tomi di profumatissima carta e anche la versatilità dell'e-reader? E' certo che l'oggetto "libro" ha un fascino ineguagliabile, ma in questo caso dovremmo differenziare anche i diversi libri nelle diverse epoche. Oggi ci sono edizioni che dopo averli sfogliati due volte hanno le pagine che si staccano: che dovremmo dire? Non faccio penitenza perché non ho colpa. Amo i libri, forse più di chi rifiuta a priori di affiancare il supporto cartaceo a quello digitale. E a costoro ricordo che se dal papiro non si fosse passati alla pergamenta, se dalla volumen non si fosse giunti al codex, se dopo la scrittura amanuense non ci fosse stata la stampa, oggi la diffusione della lettura non sarebbe accessibile a tutti. Oggi, invece, ognuno può scegliere.