Mi imbatto sempre più di rado in scrittrici o scrittori capaci di smontare, pezzo per pezzo, stereotipi spinosi senza far pesare alcun intento didascalico al lettore, soprattutto a quello più giovane che avverte la puzza di fregatura lontano un miglio. Tra questi, Neil Gaiman ha un posto d'onore nella no man's land fatta di parole scritte, raccontante e di disegni che Giovanni condivide con me. Avevamo seguito divertiti Gaiman ne Il giorno che scambiai mio padre con due pesci rossi, dove un ragazzino baratta per una coppia di pesci un padre così noioso, svagato e impegnato nella lettura del suo giornale, da non accorgersi neppure di quello che gli succede intorno; poi col fiato sospeso ne L'esilarante mistero del papà scomparso in cui, invece, per andare a prendere il latte per la colazione dei figli, un papà testardo si ritrova ad affrontare alieni bavosi, misteriose navi pirata, stegosauri professori e ovviamente a dover salvare il mondo. Non potevamo, dunque, perdere La regina nel bosco, arricchito dalle meravigliose illustrazioni di Chris Riddell edisponibile nell'edizione italiana da fine settembre, anche se già da oltre un anno i rumors d' oltreoceano avevano fatto incuriosire anche noi, riuscendo a sfuggire (solo per casualità spazio temporali e pochezza di vedute) ai crociati fanatici del fantomatico e (inesistente) gender e alle liste di proscrizione di sindaci illuminati.
The sleeper and the spindle, tradotto liberamente La regina nel bosco, è un libro indimenticabile. Fa risuonare echi di favole che fanno parte della nostra memoria collettiva, mescolandole e sovvertendole in maniera quanto mai attuale. Lo stile è incisivo ed elegante; le splendide tavole, l'uso sapiente delle parole e Il ritmo sincopato delle sequenze narrative, contribuiscono a dare al racconto un'accattivante atmosfera dark e gotica. Ma non sono queste le cose che ne fanno un libro unico e coraggioso, così come non è il bacio sulle labbra tra due donne a renderlo tale. Un bacio che peraltro viene dato per senso del dovere e dell'opportunità, non per amore, ma che, essendo il libro destinato a giovani lettori, è un bacio che ha creato un certo stupore e ovvi malumori da parte di omofobi e benpensanti.
Una giovane regina, che sta per sposarsi senza troppo entusiasmo, decide di rimandare il suo matrimonio per andare a risvegliare una bellissima principessa bionda, assieme a tre nani saggi e coraggiosi. L a dormiente è stata colta da un incantesimo del sonno che sta contagiando l'intera comunità di un regno limitrofo, difficile da raggiungere perché infestato da rovi spinosi e magie di vario genere. Ma la regina è risoluta e, se pure tutt'altro che sprovveduta, non sa ancora che l'apparenza inganna...[ e qui mi astengo con una lacrimuccia per evitare spoiler sgraditi]
E' stato molto bello condividere questa lettura con mio figlio. Il quasi novenne non ha dato segni di stupore circa il fatto che la protagonista assoluta fosse una donna, così coraggiosa, forte, autonoma e con una grande autorità; non ha compreso le implicazioni sottese alla vera identità della principessa bionda (ma non ne basterebbero neanche undici di anni); si è lasciato integralmente assorbire dalla suspense del racconto e dalla bellezza delle chine; si è ricordato improvvisamente dell'assenza di un qualsivoglia principe con una parte attiva, solo quando la regina bacia la principessa; non ha dato peso all'assenza di nomi propri << I nomi scarseggiano in questo racconto>>, che è una chicca nella quale ho visto un preciso intento nascosto, quello di lasciare la strada aperta all'identificazione (ma si sa, i libri diventano dei lettori); ha protestato per la brevità del libro e, cosa salutare, ne ha accolto la fine dapprima con silenzioso disagio, poi apertamente con una protesta "Mamma sono dispiaciuto, non mi pare finisca proprio bene". La qual cosa, ci ha dato modo di discutere a lungo di tutta la storia, di ciò che ognuno di noi ritiene vada bene per sé (che spesso e volentieri non è quello che va bene per gli altri), del coraggio di essere se stessi, dell'importanza dello scegliere consapevolmente e del non farsi schiacciare da ciò che è comunemente ritenuto opportuno ma che per noi non è foriero di felicità.
""Non disse nulla, ma sedette sul muschio sotto una quercia e assaporò il silenzio a ogni battito del cuore. Si può scegliere, pensò, quando ritenne di essere rimasta seduta a sufficienza. Si può sempre scegliere. E lei scelse.Cominciò a camminare, e i nani la seguirono. << Lo sai che stiamo andando a est, vero?>> chiese uno dei nani. <<Oh sì>> rispose la regina. << In questo caso, va tutto bene>> disse il nano."
Con tanti auguri a tutte le bambine e bambini: che possano sentirsi sempre liberi di scegliere la propria personale strada, facendosi forza a partire da sé.
La regina nel bosco, Neil Gaiman- Illustrato da Chris Riddell, traduzione di Simona Brogli Mondadori, 2015 Mi. ISBN 987 88 04 65552 7