Dicembre 2007. A Trapani venne inaugurata una mostra dedicata al Caravaggio. Una mostra dai costi imponenti, che sfiorarono il milione di euro, soldi a carico della casse pubbliche – Provincia e Comune di Trapani – e che portò al Museo Pepoli 13 tele “attribuite” al grande Michelangelo Merisi.

La mostra un risultato di pubblico indubbiamente lo ebbe: nei tre mesi di durata ci furono 90 mila visitatori; mediocre invece fu il risultato della critica. A Marini, però, venne fatta inaugurare un’esposizione di opere “attribuite”, da chi le possedeva, al Caravaggio; come la famosa tela de “I Bari” presentata come un’inedita copia autografa rinvenuta a Londra dall’insigne professor Denis Mahon, massimo esperto internazionale di pittura caravaggesca. Mahon l’aveva acquistata a un’asta, e però l’attribuzione al Caravaggio la fece lui stesso, mentre si scopriva che un’altra tela, sempre presentata come “I Bari” da tempo era esposta in un museo Usa. E quella con una autenticazione certa.
Nella sostanza quella mostra “itinerante” fu una gran buona occasione per fare arrivare tanti soldi a RomArtificio del presidente Celli che pochi anni dopo, nel 2011, verrà arrestato, dopo tre mesi di latitanza, assieme al presidente di Confcommercio Lazio, Cesare Pambianchi, a proposito di fondi societari trasferiti all’estero. Un’allegra “compagnia” che non impensierì Marini.
Il presidente Marini a Trapani c’era già stato qualche anno prima, da segretario generale della Cisl, anche in questo caso con qualche presenza ingombrante attorno: all’epoca il sindacato della Cisl a Trapani era sotto il controllo di un potente politico Dc, Francesco Canino, poi arrestato, anche lui, per associazione mafiosa.
di Rino Giacalone - http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/04/18/quirinale-quando-marini-sbarco-a-trapani-tra-presunti-caravaggio-e-amicizie-pericolose/567526/





