Dicembre 2007. A Trapani venne inaugurata una mostra dedicata al Caravaggio. Una mostra dai costi imponenti, che sfiorarono il milione di euro, soldi a carico della casse pubbliche – Provincia e Comune di Trapani – e che portò al Museo Pepoli 13 tele “attribuite” al grande Michelangelo Merisi.
“Caravaggio, l’immagine del divino” il titolo dell’evento organizzato in coincidenza dei 400 anni dal suo passaggio in Sicilia. A farsene promotore un’associazione capitolina, “RomArtificio”, presidente il manager Roberto Celli. Dietro le quinte, pare, la spinta del discusso senatoreMarcello Dell’Utri in buonissimi rapporti con il senatore Antonio D’Alì (uniti dal fatto di essere il primo condannato in appello per concorso esterno in associazione mafiosa, l’altro oggi sotto processo) che allora era presidente della Provincia. A inaugurare l’esposizione venne a Trapani appositamente il presidente del Senato, e odierno candidato alla presidenza della Repubblica,Franco Marini (nella foto, l’inaugurazione).
La mostra un risultato di pubblico indubbiamente lo ebbe: nei tre mesi di durata ci furono 90 mila visitatori; mediocre invece fu il risultato della critica. A Marini, però, venne fatta inaugurare un’esposizione di opere “attribuite”, da chi le possedeva, al Caravaggio; come la famosa tela de “I Bari” presentata come un’inedita copia autografa rinvenuta a Londra dall’insigne professor Denis Mahon, massimo esperto internazionale di pittura caravaggesca. Mahon l’aveva acquistata a un’asta, e però l’attribuzione al Caravaggio la fece lui stesso, mentre si scopriva che un’altra tela, sempre presentata come “I Bari” da tempo era esposta in un museo Usa. E quella con una autenticazione certa.
Nella sostanza quella mostra “itinerante” fu una gran buona occasione per fare arrivare tanti soldi a RomArtificio del presidente Celli che pochi anni dopo, nel 2011, verrà arrestato, dopo tre mesi di latitanza, assieme al presidente di Confcommercio Lazio, Cesare Pambianchi, a proposito di fondi societari trasferiti all’estero. Un’allegra “compagnia” che non impensierì Marini.
Il presidente Marini a Trapani c’era già stato qualche anno prima, da segretario generale della Cisl, anche in questo caso con qualche presenza ingombrante attorno: all’epoca il sindacato della Cisl a Trapani era sotto il controllo di un potente politico Dc, Francesco Canino, poi arrestato, anche lui, per associazione mafiosa.
di Rino Giacalone - http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/04/18/quirinale-quando-marini-sbarco-a-trapani-tra-presunti-caravaggio-e-amicizie-pericolose/567526/