l Re (dello spreco di denaro pubblico) è stato catturato e finalmente buttato in gattabuia.
I cortigiani di ieri sono i primi accusatori di oggi, i giullari – immancabili ospiti ai festini di Er Batman – adesso si travestono da (falsi) moralizzatori.
La casta è scandalizzata, il popolo è affamato ed ora i “nobili” predicano austerità. Si alza alta la voce purificatrice: «basta con questi mostri, vogliamo pulizia!» chiedono all’unisono patrizi e plebei.
La Corte si riunisce, discute, mangia, ingrassa e proclama: da domani cambierà tutto, nel mentre la seduta è sospesa.

Il Re marcisce nel buio di una cella, la galera è il nuovo regno. La vergogna della prigionia si trasforma ben presto in orgoglio: il Re è il paladino dei galeotti, gente migliore dei falsi amici di un tempo.
I buffoni che affollavano il suo palazzo nei giorni solenni ora sono scomparsi, il Dio danaro li ha spinti verso altri regni. il Re è solo ma non si scoraggia: la storia insegna che ben presto lascerà le patrie galere, il suo stato sociale gli garantisce la libertà, è innocente.
Finalmente giunge il giorno tanto atteso: il Re è colpevole ma può tornare comunque al suo castello.
Promette ai suoi amici detenuti: «non mi dimenticherò di voi», la lealtà, un sentimento raro in questo mondo di ladri.
I riflettori si sono spenti, il Re cade nel dimenticatoio, al suo posto un nuovo volto, pulito, fotogenico, perfetto per la televisione.
Er Batman è felice, l’esperienza l’ha maturato: ben presto torna ai suoi doveri di regnante silenzioso.
Ha imparato la lezione: la bufera è passata ed ora può continuare a rubare indisturbato … ma stavolta senza troppi clamori.
MMo




