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È morto Giulio Andreotti: la notizia poco fa in TV

Creato il 06 maggio 2013 da Webnewsman @lenews1
La notizia annunciata durante il telegiornaleLa notizia annunciata durante il telegiornale

La notizia della morte di Giulio Andreotti è stata annunciata pochi minuti fa dal Tg2 e da Sky Tg24, ed è stata immediatamente ripresa da tutti gli altri notiziari.

Alle ore 12.25 di questa mattina, il senatore a vita, da tempo malato, si è spento nella sua villa romana all'età di 94 anni.

Nato nel 1919 a Roma, inizia a masticare politica fin da giovanissimo, fino a quando, nel 1948, Alcide De Gasperi lo vuole con sé nell’Assemblea Costituente. A 35 anni diventa per la prima volta Ministro (della Pubblica Sicurezza, ndr), e da allora la sua carriera è decollata alla grande.

È sempre stato presente in Parlamento, detenendo diversi record della politica italiana: 7 volte Presidente del Consiglio, 8 volte ministro della Difesa, 5 volte ministro degli Esteri, 3 volte ministro delle Partecipazioni Statali e 2 volte ministro delle Finanze. Nel 1991 viene nominato senatore a vita dall’allora presidente della Repubblica Cossiga.

Storico esponente del potere della Democrazia Cristiana, Andreotti è stato senza dubbio uno degli uomini più influenti della Repubblica Italiana, nonché uno dei simbolo politici di maggior rilievo del XX secolo.

A causa dei problemi di salute, da qualche anno non compariva più in televisione. Durante l'ultima apparizione a Questa domenica, in onda su Canale 5 nel 2008, fu vittima di un malore, che fortunatamente era poi stato superato. Questa volta invece, Andreotti non ce l'ha fatta, e con lui se ne va anche un pezzo della storia italiana.

I funerali si terranno domani pomeriggio nella Capitale, ed è prevista la partecipazione di molti esponenti politici per rendere un ultimo omaggio ad un uomo che si è guadagnato tanto l'ammirazione quanto l'invidia da parte dei suoi oppositori e dei cittadini, che gli hanno attribuito, nel corso degli anni, diversi soprannomi, tra cui: divo (in seguito all'espressione usata da un giornalista), gobbo (per la conformazione fisica) e zio (per le accuse che sembravano legarlo alla mafia).

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