E’ morto oggi, all’età di 104 anni, l’architetto Oscar Niemeyer conosciuto come il padre della capitale del Brasile, Brasilia che ha visto la luce nel 1960. Il decesso è avvenuto in seguito all’aggravarsi delle sue condizioni (era ricoverato dal 2 Novembre).
Nato a Rio de Janeiro nel 1907, nel ’28 si sposò con Annita Baldo, figlia di emigranti di Padova, mentre nel ’34 si laurea ingegnere architetto. Inizia una collaborazione con lo studio di Lucio Costa da giovane studente pieno di dubbi, curiosità e domande e, già allora, non vuole seguire la scia dell’architettura che egli stesso definisce commerciale e che vediamo tutto intorno a noi. E’ in quegli anni che entra in contatto con Le Corbusier, pioniere dell’utilizzo del calcestruzzo in architettura e maestro del Movimento Moderno, rendendosi conto delle molteplici possibilità di utilizzo del cemento armato.
Oscar Niemeyer ha cambiato il volto del Brasile e la concezione stessa di architettura.
“Non è l’angolo retto che mi attrae, né la linea diritta, dura, inflessibile, creata dall’uomo. Quello che mi affascina è la curva libera e sensuale: la curva che trovo sulle montagne del mio paese, nel corso sinuoso dei suoi fiumi, nelle onde dell’oceano, nelle nuvole del cielo e nel corpo della donna preferita.“
La chiesa di San Francesco d’Assisi a Belo Horizonte, Brasile.
Ecco come si esprimeva a proposito della sua concezione di architettura.
Una visione senz’altro originale e d’avanguardia. Basti pensare ai suoi progetti più famosi che hanno cambiato radicalmente l’immagine del Brasile nel mondo. Visionario, capace di restituirci un’immagine di un Brasile nuovo, migliorato e di un’architettura che, però, non è più importante della vita. In un’intervista, rilasciata al suo centesimo compleanno, si esprimeva, infatti, in questi termini “L’architettura è ingiusta e inumana. Gli architetti lavorano per i governi e la gente ricca: i poveri non offrono contropartita. Quando noi architetti creiamo invece qualcosa di diverso, il povero almeno guarda l’edificio e ha una – seppur momentanea – sensazione di sorpresa. Non partecipa però. Per questo dico sempre che la vita è più importante dell’architettura“. Una visione decisa, e precisa, del suo lavoro e di quello che voleva restituire alla gente con le sue opere.
Ecco, quindi, che, evidentemente, dai suoi progetti usciva fuori un’immagine nuova e diversa delle città e dei Paesi che andava ad arricchire con le sue opere.
Ecco qualche scorcio della capitale del Brasile, Brasilia, e le principali opere di Niemeyer.
Dall’alto a sinistra: il congresso nazionale brasiliano, il ponte Jucelino Kubitschek, l’Asse Monumentale, il Palazzo dell’Alvorada, la Cattedrale di Brasilia.
Auditorium di Ravello.
Ed ecco anche che l’architettura per Niemeyer diventava strumento di rivalutazione e di creazione. L’essere architetto, per lui, andava ben oltre il semplice mestiere. “L’architettura è il mio hobby – diceva spesso Niemeyer - una delle mie allegrie: creare la forma nuova e creatrice che il cemento armato suggerisce, scoprirla, moltiplicarla, inserirla nella tecnica più d’avanguardia. Questo è per me inventare lo spettacolo dell’architettura“.
Le sue opere non fanno altro che restituirci l’immagine di un mondo diverso, ideato da un grande sognatore, e precursore di idee molto moderne, quale sicuramente era Oscar Niemeyer.
Palazzo Mondadori, Segrate.
Grande nome dell’architettura mondiale, negli Stati Uniti ha vinto nel 1988 il premio Pritzker, il Nobel dell’architettura. Nel 1996, ha ricevuto il Leone d’Oro della Biennale di Venezia e nel 2000 ha disegnato il progetto dell’auditorium di Ravello, inaugurato nei primi mesi del 2010. Negli anni ’70, poi, ha progettato il palazzo Mondadori, a Segrate, sede dell’Arnoldo Mondadori Editore, lasciando all’Italia delle costruzioni innovative, senz’altro d’avanguardia e di elevatissimo gusto estetico.
Veronica Sgobio