Ma non è quel Silvio Berlusconi lì: è un suo omonimo di SINISTRA, operaio che viveva a Veniano in provincia di Como
Silvio Berlusconi, 57 anni, omonimo del premier, è morto ieri in un incidente in montagna nel Comasco, sul sentiero che sale alla capanna Menaggio.
L’INCIDENTE - L’uomo è scivolato su un lastrone di ghiaccio ed e’ precipitato per trenta metri: inutili i soccorsi, il corpo e’ stato recuperato dall’elicottero del 118. Operaio in tessitura, Silvio Berlusconi viveva aVeniano (Como) e spesso la sua omonimia era stata al centro di servizi giornalistici, specialmente in occasione delle elezioni politiche, dal momento che il Silvio Berlusconi comasco era un sostenitore del centrosinistra. Ironizzo’ ad esempio quando il premier si defini’ ‘Presidente operaio’. ‘Di Silvio Berlusconi operaio ci sono soltanto io’ disse l’omonimo, che racconto’ anche di avere rifiutato le candidature che gli erano state offerte da liste civetta, ansiose di poter vantare un Silvio Berlusconi capolista.
LA VITA – Come scritto su Diario in un articolo di qualche anno fa, Silvio era anche interista. «Ho cominciato», rivela al «Corrierino», «a ricevere telefonate di persone che, scambiandomi per il dottor Berlusconi, quello vero intendo, pretendevano di parlare con me di importanti questioni politiche». E fosse soltanto questo il prezzo da pagare per fregiarsi di cotanto nome. «Purtroppo», aggiunge Berlusconi, quello senza titoli accademici, «devo fare i conti anche con scherzi e con telefonate volgari». Al punto che, confessa, «più di una volta ho avuto la tentazione, per difendere la mia privacy, di togliere il nome dall’elenco telefonico». Non lo ha fatto perché, scrive l’autrice dell’articolo, «alla fine ha sempre prevalso la volontà di vivere l’omonimia alla luce del sole, ridendoci sopra». E magari trarne qualche beneficio. «Ormai non me la prendo più», le fa eco il diretto interessato, «nemmeno per le tante battute dei miei compaesani e dei miei colleghi».
L’INVADENZA – Pure all’invadenza dei giornalisti ha fatto il callo, perché, racconta, nel 1991 si sono occupati di lui Tv Sorrisi & Canzoni» e Canale 5 e, nel 1996, anche Il Giornale. Ma in chiusura di telefonata aggiunge una postilla: «Dovete darmi un compenso. Mi accontento anche di un abbonamento alla vostra rivista. Lo hanno fatto tutti, vi posso mostrare le ricevute». «Queste», chiosa con un tono meno confidenziale, «sono le mie condizioni. Altrimenti niente foto e niente storia». Arrivederci e grazie.