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É morto tichy, fotografo 'guardone' al tempo del comunismo

Creato il 16 aprile 2011 da Catone
Praga- (Adnkronos) - Il fotografo ceco Miroslav Tichy, cjhe con le sue bizzare macchine fotografiche sfido' la censura al tempo del regime comunista scattando immagini della vita quotidiana da sotto il cappotto, e' morto all'eta' di 84 anni. Tichy, che ha sempre realizzato i suoi scatti con apparati fotografici costruiti da solo, non ha raggiunto la fama sino quasi al termine della sua vita. Durante il periodo del regime sovietico nella Repubblica Cecoslovacca Tichy fu considerato un dissidente ed un disadattato e venne emarginato da ogni livello della vita sociale.
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Miroslav Tichy (1926), fotografo ceco di Kyiov, era poco più che una curiosità locale finchè Harald Szeemann, eminente curatore, non incluse una mostra di fotografie dell’artista ormai ottantenne nella Biennale di Siviglia nel 2004.
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La presentazione vinse a suo tempo il New Discovery Award ed arrivò il momento per Tichy della prima personale americana all’ ICP, L‘International Center of Photography di N.Y., il 4 marzo 2010
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La mostra, organizzata dal capo curatore del centro, Brian Wallis, incluse 100 stampe, per lo più uniche, e anche le artigianali macchine fotografiche costruite dall’artista.
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Una delle particolarità delle foto di Tichy risiedeva infatti nel mezzo con cui sono state realizzate: bizzare macchine fotografiche costruite da lui stesso con oggetti di recupero come scatole di scarpe, lattine, rotoli di cartigienica, lenti di recupero e pezzi di plexiglass.
Altra caratteristica delle sue immagini è che sono normalmente in terribili condizioni, mal stampate e graffiate , sporche o incrostate con non si sa che cosa, e spartanamente montate sui dei cartoncini, semplicemente incorniciate da una linea di penna a biro o matita.
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Tutte le fotografie mostrano giovani uomini e donne, colti con occhio indiscreto per strada o in luoghi pubblici, per la maggior parte ignari di essere ripresi. Molte volte le rozze macchine fotografiche adoperate venivano anche scambiate per inoffensivi giocattoli homemade.
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Ad un primo sguardo le sue foto possono sembrare casuali, naive e frutto di un’improvvisazione da autodidatta ma esse rivelano d’essere il prodotto di un procedimento perfettamente studiato e orchestrato a partire dalla costruzione stessa del mezzo di ripresa.
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Il suo intuitivo modo di fotografare durante le sue passeggiate quotidiane potrebbe apparire infatti quello di un amatore ma l’intensità, la frequenza e la regolarità di quella che si configura come una vera e propria ricerca rivela uno stile personale  unico e distintivo .
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L’artista in un video-documentario, esposto alla mostra, affermò :
“Se vuoi diventare famoso, devi fare qualcosa molto peggio di qualsiasi altra persona al mondo.“
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Tichy certo non si può comunque defininire un “artista per caso” o un semplice autodidatta: egli fu a suo tempo un famoso pittore con alle spalle studi all’Accademia di Belle Arti di Praga
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Purtroppo sin dagli inizi ebbe problemi a causa del suo anticonformismo, per  una malattia mentale di cui soffriva in modo ricorrente e per essere stato tra i primi membri del Brno Five, un gruppo di pittori che ruppe con il Realismo Socialista imposto dallo stato negli anni del dopoguerra. Tichy era costantemente controllato e di tanto in tanto ricoverato in istituti. Il suo modo di fotografare, molto più sovversivo di come possano percepirlo gli occidentali, sintetizza il dissenso non violento perfezionato dagli studenti e dagli artisti cechi durante l’invasione sovietica del 1968.
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L’artista  approdò alla fotografia verso la fine degli anni ‘50: le prime foto ritraenti nostalgici paesaggi ben presto lasciano spazio agli sfuggenti ritratti femminili, che contraddistingueranno la sua ricerca fino alla fine. Tutte le opere in genere non possiedono né titolo né data e quelle in mostra all’ ICP si pensa siano state scattate in un periodo che va dal 1965 al 1980.
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Concedendosi tre rullini al giorno egli vagabondava in giro per strada mettendo in scena una propria personale versione del programma di sorveglianza del Governo Ceco: era quasi al limite per venire comunque considerato un persecutore di belle ragazze con un diario -di immagini- segreto.
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Le immagini lasciano trapelare la passione di Tichy per le gambe o i didietro, tant’è che spesso sono proprio loro ad essere i soggetti delle foto, tagliando fuori il resto del corpo a cui appartengono. Il prodotto finale anche se sottilmente erotico mai risulta il frutto di un occhio lascivo. Molte foto, prese da lontano e all’insaputa dei soggetti, mostrano infatti coppie o gruppi di ragazze intente a parlare tra di loro con fare cospiratorio, rubando così attimi privati in luoghi pubblici.
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Le foto di Miroslav Tischy, ruvide e sgranate, a volte addirittura strapazzate e fortemente suggestive nella loro trascuratezza, rapiscono come visioni oniriche scaturite quasi per magia dalla banale vita quotidiana.
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