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>>E’ nata All-tv, una web tv, di tutti e per tutti

Creato il 04 novembre 2013 da Felice Monda

E’ nata All-tv, una web tv, di tutti e per tutti. E’ stata ideata dal giornalista Jean Claude Mbede Fouda, camerunese arrivato in Italia solo cinque anni fa da rifugiato politico,  il primo rifugiato  immigrato riuscito, non senza difficoltà, ad iscriversi all’albo dei professionisti dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti Italiani. Quello che desta curiosità a primo impatto è proprio il nome, ALL-TV. Un progetto rivoluzionario, che incuriosisce. Richiama l’inclusione, il coinvolgimento, la coabitazione, la vita insieme. Queste sono le parole chiave per lo staff di All-tv,  che sogna di raggiungere il digitale terrestre e come  auspicato dalla ministra per l’Integrazione Cecile Kyenge: “Trasmettere nelle case dei cittadini il cambiamento culturale in corso” . L’ideatore e direttore, Jean Claude MBEDE FOUDA la sognava da tanto tempo: “All-tv è una piccola rivoluzione culturale che permette di far conoscere agli italiani, le comunità straniere vive e attive sul territorio, lontano dalla cronaca nera a cui i media italiani li hanno confinati” Nei Tg italiani, nazionali o locali, l’immigrazione molto spesso viene correlata unicamente a fatti di cronaca nera.

All Tv rappresenta un mondo vivo, una società di protagonisti raccontati da 12 volontari professionisti e non, italiani, africani, sudamericani, mediterranei e asiatici. Una tv multicolore che riflette dal proprio staff Italia di oggi multirazziale. ”Il cambiamento non sarà possibile se noi giornalisti non diciamo la verità agli italiani”, dice MBEDE FOUDA. E la verità qual’è?:” La verità è che in Italia -prosegue MBEDE FOUDA- vivono più di 5 milioni di stranieri attivi che lavorano o studiano. 5 milioni possono essere una intera regione d’Italia. Non si può più non tenerne conto oppure tacere su di loro”.

All-tv è nata grazie ad un finanziamento del progetto”re-lab” /(Start up your business) ideato per permettere a persone in esilio in Italia di rifarsi tramite la creazione di una impresa. Purtroppo 15 mila euro messi a disposizione del progetto e gestiti dai “tutor” del progetto non sono sufficienti per avviare una web tv così ambiziosa. Tanto è vero che quasi 8 mila euro di questa cifra sono finiti nelle casse di notaio e commercialisti solo per avviare l’impresa. Il resto è stato diviso tra l’acquisto di una piccola parte dell’attrezzatura e la costruzione del sito.Bisogna usare il nostro spirito imprenditoriale per andare avanti. Senza spirito imprenditoriale, nessuno può creare All-tv con solo 5-6 mila euro” racconta MBEDE FOUDA.

L’Italia razzista? “No! Dice Jean Claude Mbede. Gli italiani hanno paura, perché i media italiani discriminano 5 milioni di stranieri:” le reazioni vissute e gli insulti alla ministra per l’integrazione sono dovute al fatto che il popolo italiano non è abituato a vedere in tv talenti immigrati. Medici, avvocati, ingegneri, giornalisti. In Italia tutto questo sembra impossibile per gli stranieri, quando invece le università italiane sono piene di studenti stranieri” Il mio paese il Camerun manda in Italia ogni anno, e è una convenzione  quattro cento studenti in varie facoltà italiane” racconta MBEDE FOUDA. E questi studenti per la maggior parte, così come tanti altri di altri paese, rimangono in Italia, nonostante l’indifferenza della società che non li integra. Fanno: badanti , colf o operai. In TV, la percentuale di giornalisti stranieri è inesistente. dunque:” l’Italia non è razzista. è vittima dei media” che non hanno mandato nelle case l’immagine di una società cambiata. Le reazioni negative e le resistenze sono un fatto culturale che dimostra quanto gli italiani non siano ancora a conoscenza di chi convive con loro sul territorio. Una conoscenza reciproca che tenterà di promuovere All-tv aprendo le porte delle comunità straniere agli italiani e promuovendo la cultura italiana agli stranieri.

http://www.articolo21.org/

link all’articolo completo: http://www.articolo21.org/2013/11/all-tv-il-sogno-di-una-tv-multietnica-diventa-realta-a-milano-grazie-un-giornalista-rifugiato-politico/


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