E’ nato il primo chip di legno

L'electronic waste è un problema particolarmente pressante per l'industria hi-tech: tra gli elementi maggiormente utilizzati per la realizzazione dei chip spicca l'arseniuro di gallio che oltre ad essere particolarmente costoso da gestire è anche tossico e fortemente inquinante. Quindi nasce l'esigenza di trovare dei materiali più ecosostenibili come hanno fatto i ricercatori dell'Università del Wisconsin per realizzare il primo chip di legno.

Il chip di legno è basato su CNF ovvero nanofibrille di cellulosa e nasce dall'idea di gestire in maniera più rispettosa dell'ambiente gli strati di supporto dei chip che spesso sono fatti di materiali difficilmente biodegradabili: questi chip - assicura il campo del team del progetto Zhenqiang Ma - si possono mettere in un bosco e i funghi li degraderanno.

La grande sfida nella realizzazione del chip di legno è stata quella di superare lo scoglio della dilatazione termica del legno che assorbendo l'umidità dell'aria può espandersi o contrarsi rovinando così le sua caratteristiche conduttive e poi aggiungiamoci pure la difficoltà nel raggiungimento della perfezione della superficie su cui creare lo strato dei transistor. Entrambi i problemi sono stati superati rivestendo la superficie del chip di legno con una pellicola epossidica termoidurente, cioè che si indurisce quando cambia la temperatura di lavoro.

Oltre all'enorme vantaggio per l'ambiente e considerato che non ci sono cali di prestazione rispetto ai chip a semiconduttore, il chip di legno avrà successo per la sua struttura flessibile poichè una delle nuove sfide dell'elettronica riguarda proprio la creazione di componentistica dalla struttura flessibile e quindi non solo resistente ma anche adattabile a diverse tecnologie di costruizione dei device.

Se poi consideriamo che utilizzando le nanofibrille di cellulosa si riduce del 99,9% l'uso di materiale semiconduttore allora capiamo bene quanto il chip di legno possa essere il protagonista dell'elettronica di domani.