Magazine Cultura
Scrivo solo ora questo articolo per tutta una serie di questioni che non serve citare qui, ma ci tengo a precisare, che avrei voluto scriverlo già quest'estate, ad agosto. Quando a Pisa, mi trovavo lì in vacanza, l'ho comprato in una fumetteria. Subito dopo averlo acquistato l'ho letto immediatamente e la prima idea che mi ha suscitato è stato il titolo di questo pezzo, che ho conservato da agosto fino ad oggi. (Wow è passato quasi un anno!)
Ovviamente, ho poi riletto più volte la graphic novel di Fior, ed ogni volta, la prima impressione che fosse un fumetto speciale, che avesse qualcosa che lo rendeva unico, veniva confermata. Questa, però, non era l'unica sensazione che si ripeteva ad ogni lettura: un senso di angoscia, un sentimento di vuoto e di fine di un'illusione erano le altre. Cinquemila Chilometri al Secondo è, infatti, un fumetto apparentemente innocuo, ma che, in realtà, può scuoterti nel profondo.
La prima cosa che colpisce sono i disegni e l'uso dei colori. Fior ha scelto di creare le sue tavole senza effettuare alcuna bozza, di disegnarle e colorarle direttamente, di dipingere immediatamente i suoi acquerelli senza effettuare altri passaggi, come normalmente si fa. Immagino che questo gli sia costato parecchi fogli, e parecchie incavolature in caso di errore, ma l'effetto che ne ha ottenuto è eccezionale! Chi anche soltanto sfoglia Cinquemila Chilometri al Secondo può accorgersi della cura nella descrizione delle scene, dell'accurata scelta dei colori in ogni tavola, che non solo servono a demarcare le varie zone geografiche in cui si svolge la storia, ma anche le differenza di scelta di vita dei personaggi.
Si incomincia con una giornata calda d'estate in una città italiana, non ben identificata, ma che potrebbe essere una qualsiasi delle città della costa, una di quelle dove l'estate arrivano le tedesche in spiaggia. Il giallo e il verde dominano la scena, mentre tre giovani, Nicola, Piero e Lucia, che avranno sì e no diciott'anni fanno conoscenza. Ovviamente scatta l'amore, in questo strano triangolo improbabile, ma la vita non è mai una linea retta e, per questo, le storie e le vite di ognuno di loro sono destinate a dividersi. Piero e Lucia lasciano l'Italia: lui per l'Egitto, per seguire la sua passione di archeologo, lei per la Norvegia, per completare i suoi studi di letteratura. Non sono solo le loro carriere a spingerli lontano l'uno dall'altra, ma anche la fine burrascosa della loro storia d'amore. Scelte di vita diverse, paesi lontani, colori del paesaggio e delle tavole opposti: la fredda e tranquilla Norvegia è caratterizzata da varie tonalità di blu, mentre il caldo e caotico Egitto dal giallo e dal marrone. Personaggi che sembrano essersi persi per sempre, ognuno per la sua strada che più va avanti più li separa uno dall'altro, chilometri di distanza che aumentano, eppure basta poco per ritrovarsi, per risentirsi e fingere che il tempo passato e il vuoto creatosi non siano così importanti. Ma è solo un'illusione, che dura il tempo di un acquazzone. Ormai la distanza tra le loro vite è incolmabile, troppe sono le frasi non dette, le esperienze vissute uno lontano dall'altra e, benché il ricordo di quell'estate in cui si sono conosciuti non glielo porterà via nessuno, una volta smesso di piovere le loro vite continuano ad andare avanti in direzioni diverse.
Sono veramente felice che questa graphic novel abbia riscosso così tanto successo, perché è davvero un bel lavoro e se lo merita pienamente. Manuele Fior aveva già dato prova di essere un ottimo autore con le sue precedenti opere, ma in questa ha saputo utilizzare magistralmente tutti i mezzi che un fumetto mette a disposizione di un autore per esprimere il proprio messaggio, per raccontare una storia, per coinvolgere i lettori. I disegni, i colori, le parole, la distanza delle vignette, le inquadrature, tutto è unito sistematicamente per creare un'atmosfera incredibilmente avvolgente, come un nodo alla gola che lascia appena la possibilità di respirare. Ed è così che si legge questo fumetto, o almeno così l'ho letto io, in apnea, col magone in gola per l'afa egiziana dai colori soffocanti, per il gelido blu norvegese che congela la respirazione, in attesa che arrivi qualcosa, un cambiamento di rotta, una chiarificazione, una pioggia scrosciante che scateni delle reazioni, che porti delle rivelazioni. E quando arriva la pioggia, quando arrivano quelle due bellissime pagine di sola pioggia attese e annunciate per tutto il libro, ci si ferma un attimo a pensare, a riflettere che oramai tutto è cambiato e che, benché sotto l'acqua le cose si trasformino ed assumano un altro aspetto, non si può più tornare indietro all'età della giovinezza.
In conclusione un grazie particolare a Manuele per questa straordinaria graphic novel, che come sempre è edito da Coconino, ed un suggerimento a chi ancora non lo avesse letto di non lasciarselo scappare.
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