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In Spagna sono circa 350 mila le famiglie rimaste senza casa per colpa della crisi economica.
I negozi “compro oro” sono sempre di più e cresce la speculazione sugli immobili sequestrati e venduti a prezzi stracciati. Diversi possono essere gli esempi per descrivere la situazione allarmante presente ora in Spagna. Crisi senza fine se pensiamo anche al fatto che sono in arrivo 4500 licenziamenti alla Iberia. Il successo delle mense gratuite è un’altra testimonianza della crisi che non da scampo.
La Spagna come la Grecia, il Portogallo e l’Italia, insomma il sud dell’Europa, sta soffrendo i morsi di una crisi che si fa sempre più dura e difficile da afforntare.
Le riforme di austerità e rigore stanno “dilaniando” le varie economie allontanando sempre più la crescita e lo sviluppo. Misure draconiane che stanno condannando migliaia di cittadini europei alla “penitenza” e alla “costernazione”.
Le politiche neoliberiste e capitaliste affermano sempre più “il mondo del più forte”, il mondo della finanza, dei mercati, delle lobbies, degli stati complici della “morte della democrazia”, delle banche e dei “poteri forti”.
Riforme impopolari che “uccidono” lo stato sociale, reprimono i consumi e negano diritti conquistati da tempo, riforme che affermano la “potenza” dei “padroni” contro i lavoratori, le classi e le popolazioni più deboli.
Le misure per colpire le classi più alte, detentrici della ricchezza che si è distribuita negli ultimi anni in modo alquanto sproporzionato, sono ancora “insignificanti” e lo “strapotere” di chi è al vertice della piramide sociale è assolutamente intatto.
É necessaria una redistribuzione dei redditi dopo tanti anni di neoliberismo “sfrenato” che ha portato ad arricchirsi enormemente chi è in cima alla piramide sociale.