La cronaca (nera) è piena dei cosiddetti omicidi passionali.
Questa definizione giornalistica mi provoca l’orticaria: titolo da film giallo per nascondere efferati delitti che, quasi sempre, presentano come vittime la donna.
La passione è la misura dell’amore e di troppo amore nessuno è morto mai. Casomai è vero il viceverssa: l’uomo si spegne quando non è capace più di amare.
Avere la passione per … denota la potenza del desiderio, la forza per raggiungere ogni obiettivo, l’impeto irrazionale, l’attrazione per la Vita. E’ allora evidente come i termini «omicidio» e «passione» siano in palese contraddizione.
A conferma mi giunge in aiuto la mia vecchia, cara Matematica: nessun teorema può essere dimostrato se le ipotesi risultano false. Anzi, al contrario, ogni teoria che si regge su affermazioni errate genera paradossi e tesi contraddittorie.
E’ così anche per gli «omicidi passionali»: un assassinio non può essere generato dall’amore.
Questi crimini devono essere chiamati per ciò che realmente sono: «omicidi mostruosi».
MMo